Fiorentina – Milan 2-1: di nuovo al via

Siamo tornati dove eravamo prima del derby, a -5 dalla vetta con una partita brutta in quel di Firenze ma che con un altro arbitro avremmo probabilmente portato a casa. Questa è stata evidentemente la giornata dove gli ordini dall’alto erano quelli di favorire la beneamata, si sono viste decisioni discutibili oggi e anche tra Juventus e Cagliari. La gestione di Pairetto, figlio del Pairetto di Calciopoli che a Monza salvò l’inter dalla sconfitta con un fischio scientifico è stata semplicemente vergognosa premiando praticamente ogni tuffo dei giocatori viola tanto da fare incazzare Fonseca. I porci maledetti aspettavano il passo falso che è finalmente arrivato, gli interisti si godono invece la vittoria col Torino.

Sarà una sosta lunga in cui ex dirigenti che ci vogliono male coordinano attacchi con giornalisti a libro paga perché ovviamente se Theo e Abraham sbagliano due rigori e Tomori fa un intervento che nemmeno il Milan futuro la colpa è solo degli odiati dirigenti che si sono permessi di cacciare chi voleva che spendessimo 200 milioni a mercato. Non si parlerà ovviamente del 10 e del 19 che in queste partite dovrebbero trascinare la squadra e si prendono spesso o volentieri pause che danneggiano la squadra, prendessero esempio da Morata per atteggiamento.

Non mi sono piaciuti i cambi – in particolare non si capisce perché non togliere Pulisic, perché a Pavlovic non è stata data una chance dopo il Liverpool. Tomori non può circolare, e non da oggi, ma da due anni. Se concludi 2.81 a 1.53 xG vuol dire che l’allenatore la partita l’ha preparata bene, hanno sbagliato individualmente i giocatori e oggi ci sono seri problemi di professionalità, attenzione e concentrazione per quanto riguarda i giocatori del Milan. Qualcuno si è incazzato perché abbiamo venduto giocatori (scarsi) presi da maldini. La realtà è che non ne abbiamo venduti abbastanza (e non escludo qualcuno di questi stia direttamente sabotando dall’interno).

A livello tattico non si capisce perché ripetere la formazione del derby con un avversario che gioca diversamente non ha senso. Non aveva senso nemmeno col Lecce però lì l’hai sbloccata prima tu. Manca una quadra per queste partite qua e questa non può passare dal centrocampo Fofana-Rejinders per 60 partite. Manca professionalità e non si ottiene con l’allenatore sergente. Qua c’è da finire la rifondazione dell’organico nel prossimo mercato estivo e rendersi conto delle macerie lasciate dalla gestione sportiva precedente, allenatore incluso. Quanti allenatori e dirigenti dobbiamo cambiare prima che si parli della professionalità dei giocatori?

FIORENTINA-MILAN 2-1

Marcatori: 35’ Adli, 60’ Pulisic, 73’ Gundmundsson.

LE FORMAZIONI
FIORENTINA (4-3-3): De Gea; Dodo, Comuzzo, Ranieri, Gosens; Bove, Cataldi, (dal 67’ Richardson) Adli (dal 77’ Kouame); Colpani (dal 90’+3 Kayode), Kean, Gudmundsson (dal 77’ Biraghi). A disp.: Terracciano, Martinelli, Sottil, Beltran, Ikone, Moren, Martinez Quarta, Parisi. All. Palladino.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Emerson, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Fofana, Reijnders; Pulisic (dal 82’ Chukwueze), Morata, Leao (dal 72′ Okafor); Abraham. A disp.: Torriani, Raveyre, Terracciano, Jimenez, Pavlovic, Thiaw, Musah, Zeroli, Camarda. All. Paulo Fonseca.

Arbitro: Pairetto di Nichelino.

Ammoniti: 8’ Dodo, 24’ Tomori, 32’ Fonseca, 43’ Morata, 72’ Reijnders, 90’+5 Bove.
Espulsi: 85’ Palladino. Theo Hernandez (fine partita).
Recupero: 2′ 1T, 5’ 2T.

Leverkusen – Milan 1-0: arbitro ipovedente

Male solo il risultato, per il resto a Leverkusen va in scena una partita a due facce, molto meglio loro fino al gol e molto meglio noi dopo il gol quando finalmente abbiamo smesso di giocare timidi e siamo andati ad aggredirli e tenerli alti nella loro area per 40 minuti con anche occasioni clamorose sciupate. Sicuramente un passo avanti rispetto al Liverpool anche se non è possibile che ogni volta abbiamo arbitri ipovedenti alle nostre gare di Champions – al Leverkusen è stato permesso di giocare col fallo sistematico per recuperare palla e spezzare ogni possibile ripartenza. Le perle sono state nel finale il possibile rigore su Loftus-Cheek e nel primo tempo la manata in faccia a Theo Hernandez.

Il Milan ha preparato la partita per provare a portare a casa un pari e nel primo tempo si è cercato principalmente di restare corti ed evitare imbucate centrali concedendo gli esterni – abbiamo forse peccato di malizia vista la scarsa quantità di falli commessi a differenza dei tedeschi. Forse lo svantaggio ha convinto ad essere meno timidi e vincere le nostre insicurezze ma siamo sicuramente una bella squadra che oggi ha giocato contro una squadra all’apice del progetto

Lo scorso anno questa era una partita che veniva giocata tutti avanti tipo cavalli da trotto e poi persa male con la squadra sfilacciata. C’è sicuramente da lavorare e in questo momento penso più all’Italia che all’Europa – se qualcuno non è soddisfatto della prestazione forse non ha compreso la forza in questo momento del Bayer Leverkusen ma capisco che a Maldinia han bisogno di una valvola di sfogo dopo una brutta settimana.

Sicuramente non si può continuare a giocare con questi arbitraggi, con il VAR mai usato e con un arbitro che ha di fatto deciso la partita nel secondo tempo. Io non so chi possa fare qualcosa ma l’arbitraggio di oggi non è degno di una gara di Champions ed è l’ennesima decisione a senso unico da quando siamo tornati in Europa nel 2017. Siamo stufi di essere presi per il culo in questo modo.

Tra 3 settimane in casa contro il Bruges comincia la nostra Champions League. Lì sì non si potranno fare passi falsi, obiettivo 12-15 punti per essere tranquillamente nella fascia 9-16 (posizioni preferite 10-11 per motivi di tabellone) – per ora testa a domenica sera e fiducia nel nostro percorso.

BAYER LEVERKUSEN-MILAN 1-0
Marcatori: 51’ Boniface

BAYER LEVERKUSEN (3-4-2-1): Hradecky; Tapsoba, Tah, Hincapié; Frimpong, Xhaka, Garcia (dal 75’ Andrich), Grimaldo (dal 89’ Belocian); Adli (dal 82’ Palacios), Wirtz (dal 89’ Tella); Boniface (dal 75’ Terrier). A disp.: Kovar, Lomb, Hofmann, Arthur, Schick, Mukiele. All. Xabi Alonso.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Emerson, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez; Fofana, Loftus-Cheek; Pulisic (dal 79’ Chukwueze), Reijnders, Leao; Abraham (dal 62’ Morata). A disp.: Nava, Torriani, Calabria, Tomori, Thiaw, Terracciano, Musah, Okafor. All. Paulo Fonseca.

Arbitro: Sandro Schärer SUI

Ammoniti: 8’ Garcia, 74’ Frimpong, 84’ Morata, 90’+3 Chukwueze.
Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Milan – Lecce 3-0: cinque minuti

Temevamo tutti la partita di oggi più del derby. A San Siro arrivava un buon Lecce che spesso e volentieri ci aveva messo in difficoltà e che aveva rinunciato alla Coppa Italia mettendo le riserve in settimana. E’ stata una partita molto strana dove siamo entrati con la stessa formazione del derby ma contro un avversario che ha un modo di giocare differente e che di fatto nei primi 35 minuti ha avuto come risultato quello di essere una partita chiusa.

In questi 35 minuti il lecce è sì andato al tiro, ma nessuno di questi è stato realmente pericoloso. Poi siamo entrati noi con un fallo e un gol fantastico di Morata, da centravanti vero, su piazzato. Morata è veramente il fattore decisivo di queste partite con quel sacrificio in entrambe le fasi che Giroud non poteva fare e che Leao non vuole fare. In cinque minuti il Lecce è stato mandato totalmente in bambola e il nostro potenziale d’attacco – nettamente il più forte della serie A – ma non siete ancora pronti per capirlo o forse non lo avete capito.

In una partita così porti a casa un risultato così con un minimo sforzo e fai finalmente una attenta partita difensiva che ti mancava. La fai anche perché sono saliti di condizione praticamente tutti, Emerson si sta prendendo la fascia di Calabria e Fofana si sta prendendo il centrocampo. L’unica cosa vergognosa della serata è stata il rosso a Bartesaghi per la stessa dinamica di Sommer-Abraham domenica scorsa, una brutta pagina non corretta dal VAR.

Ora abbiamo due partite difficili, la prima a Leverkusen dove onestamente non si butta via il pari perché, come già detto, sono altre le gare di CL dove fare punti e poi domenica sera a Firenze prima della sosta. In attesa di capire cosa succederà domani e dopodomani vi invito a godervi il weekend palle a mollo e a chiedere scusa a Fonseca, soprattutto chi voleva due dinosauri come Sarri ed Allegri. Nel mentre dopo mesi di avvelenamento pozzi finalmente a San Siro sembra cambiata l’atmosfera…

MILAN-LECCE 3-0

Marcatori: 38’ Morata, 41’ Theo, 43’ Pulisic.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-4-2): Maignan; Emerson Royal, Gabbia, Tomori, Theo Hernandez (dal 75’ Bartesaghi); Pulisic (dal 63’ Chukwueze), Fofana (dal 63’ Musah), Reijnders, Leao; Morata (dal 56 Loftus-Cheek), Abraham (dal 75’ Jovic). A disp.: Torriani, Raveyre, Terracciano, Jimenez, Thiaw, Pavlovic, Zeroli. All. Paulo Fonseca

LECCE (4-4-2): Falcone; Dorgu, Gaspar, Bashirotto, Gallo; Morente (dal 59’ Banda), Ramadani, Coulibaly (dal 83’ Oudin), Pierret (daln73’ Rafia); Rebic (dal 73’ Pierotti), Krstovic. A disp.: Fruchtl, Jasper, Borbei, Pelmard, Jean, Burnete, McJannet, Marchwinski, Hasa. All. Luca Gotti

Arbitro: Zufferli di Udine.

Ammoniti: 34’ Baschirotto, 49’ Emerson Royal.
Espulsi: Bartesaghi 79’
Recupero: 2′ 1T, 4’ 2T.

Inter – Milan 1-2: e ora giù dal carro

Avevo zero dubbi sul fatto che il Milan avrebbe vinto oggi. Ne avevo zero non dopo Venezia o Liverpool ma dopo la partita di Parma. Sia per il cambio di allenatore, sia perché nonostante il clima ostile siamo riusciti a vincere un derby e a farlo meritando – poteva esserci anche un passivo più largo con tanti gol sbagliati ma non stiamo a sottilizzare. Dopo sei derby persi subendo sempre gol il Milan ha vinto e lo ha fatto meritando – lo ha fatto continuando a fare vedere le cose buone già fatte vedere dalla partita con la Lazio e che sono state negate da chi continua a parlare di Vasquez, Daniel Maldini e Kalulu.

Abbiamo segnato per primi, non succedeva dal 20/21, abbiamo preso un gol per distrazione e subito per 30 minuti ma poi nel secondo tempo abbiamo legittimato il pareggio e attaccato a testa bassa meritando di segnare. Fonseca ha incartato Inzaghi come già aveva fatto nel derby di Roma con una linea a 4 che nonostante sia stata anticipata dalla solita talpa non ha fatto capire nulla ai giocatori nerazzurri. Lo abbiamo fatto sia per un allenatore competente che ha bisogno di tempo e va lasciato lavorare e contro cui è stata fatta una delle più vergognose campagne mediatiche che io ricordi.

Paulo Fonseca è una brava persona che non ha amici tra i giornalisti e che ha pagato e sta pagando questo. E’ una persona che appunto, come molti, doveva trovare la quadra e la sta trovando piano piano. E’ una persona messa in discussione in maniera vergognosa per una sconfitta contro un Liverpool più forte. Abbiamo una rosa forte – mettetevelo in testa, siamo i più attrezzati per lottare con una Inter che oggi abbiamo agganciato in classifica.

Nel mentre potete chiedere scusa ad Emerson Royal, vittima peraltro stamani di una vergognosa pagella sulla Gazzetta dello Sport che ha esaltato una partita da 6 di Kalulu in chiave antiMilan. Potete chiedere scusa e se sarete bravi vi ammetteremo sul carro dei tifosi di una squadra che torna in piena lotta scudetto – a -2 dal Napoli, a -1 dalla Juventus e a pari coi supercampioni dell’universo dopo averli battuti. Pessimo inizio nelle prime tre, insomma, già pienamente raddrizzato.

Questo derby è per noi, solo per noi. Per noi che non ci siamo piegati alle diffamazioni, agli insulti, alla narrativa vergognosa di piolilandia e maldinolandia, un bullismo legalizzato che è stato (e se continuerà, sarà) una vergogna. Sul carro di questa squadra si poteva salire fino a Lazio – Milan, i posti sono chiusi, chi è giù resta giù. Avete voluto anteporre il rancore alla ragione e vi siete ritrovati in condizioni in cui vi siete messi da soli. Guardate le cose oggettivamente e sappiate che ci divertiremo molto quest’anno – e competeremo per vincere.

INTER-MILAN 1-2

Marcatori: 10’ Pulisic, 28’ Dimarco, 89’ Gabbia.

LE FORMAZIONI:
INTER (3-5-2):
 Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (dal 82’ Carlos Augusto); Dumfries (dal 63’ Darmian), Barella (dal 74’ Zielinski), Calhanoglu (dal 63’ Asllani), Mkhitaryan (dal 63’ Frattesi), Dimarco; Thuram, Lautaro Martinez.A disp.: Di Gennaro, Martienez, de Vrij, Bisseck, Palacios, Arnautovic, Correa, Taremi. All. Simone Inzaghi

MILAN (4-4-2): Maignan; Emerson, Gabbia, Tomori, Theo; Pulisic (dal 78’ Okafor), Fofana, Reijnders, Leao (dal 87’ Chukwueze); Abraham (dal 90’+2 Pavlovic), Morata (dal 78’ Loftus-Cheek). A disp.: Torriani, Raveyre, Jimenez, Terracciano, Thiaw, Bartesaghi, Musah, Zeroli. All. Paulo Fonseca

Arbitro: Mariani

Ammoniti: 18’ Mkhitaryan, 38’ Fofana, 40’ Calhanoglu, 86’ Asllani, 88’ Dimarco.

Recupero: 1′ 1T, 6’ 2T.

Milan – Liverpool 1-3: 300 milioni di gap

Quando una squadra che fattura 700 milioni incontra una squadra che fattura 400 milioni hai partite come quella di stasera. Il liverpool è stato semplicemente superiore e non c’è alcun problema a riconoscerlo d’altronde chiunque avesse un po’ di contatto con la realtà sapeva benissimo che i punti in Champions non dobbiamo farli stasera ma dobbiamo farli con Bruges, Dinamo Zagabria, Girona, Slovan Bratislava e Stella Rossa. Ci abbiamo anche provato con un bel gol di Pulisic ma quando è salito il ritmo siamo stati semplicemente inadatti – sia per la scarsa voglia dei giocatori sia perché a questi ritmi non ci sappiamo giocare.

Il parafulmine sarà ancora una volta Fonseca che di colpe ne ha poche. Non si responsabilizzerà mai chi dopo uno scudetto si è sentito arrivato e va a chiedere 7-8 milioni per rinnovare con partite come questa. Si è creato poi un contorno vomitoso di bambini viziati che non vedo l’ora di perdere per poter dire che bisognava fare come dicono loro – i fischi ad Emerson Royal al controllo sbagliato dopo una buona partita col Venezia sono l’ennesima prova di come questa tifoseria si fa male da sola seguendo le mode social.

Attualmente l’ambiente Milan è il più tossico d’Italia, incapace di una visione di lungo periodo, contestando l’unica proprietà disposta ad aumentare il fatturato sognando l’arabo con il cavallo bianco che non arriverà – il tutto derivato da una sacrosanta decisione arrivata a giugno 2023. Non fiorirà niente su questa base e Fonseca ad oggi è il meno colpevole. La contestazione che si è avuta perché è arrivato un allenatore che non piaceva e che ha portato negatività ha portato anche questo risultato.

I più colpevoli sono Theo, Leao e Maignan. Il blocco dello scudetto, una banda di bambocci che dovrebbe trascinare la squadra e si sente arrivata. Purtroppo il gruppo dello scudetto va eliminato totalmente come già detto in precedenza. Ribadisco, a coloro a cui manca un dirigente quella è la porta. Per il resto contestare l’aver perso contro una squadra più forte (già successo, malamente, due volte, l’anno dello scudo) testimonia ancora una volta la malafede di questo ambiente tossico.

Allora ben venga il settimo posto, ben venga stare fuori dalla Champions e ben vengano le cessioni dei big. Questo si meritano i “tifosi” di questo Milan. Speriamo vengano presto sostituiti da fans perché il vuoto stasera allontana investitori e allontana la possibilità di uno stadio tutto nostro – se non si è disposti a venire in partite così per vedersi lo spettacolo al di là del risultato allora difficilmente si potrà investire nel Milan.

MILAN-LIVERPOOL 1-3

Marcatori: 3’ Pulisic, 23’ Konate, 41’ van Dijk, 67’ Szoboszlai.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-3-3): Maignan (dal 51’ Torriani; Calabria (dal 70’ Emerson Royal), Tomori (dal 84’ Gabbia), Pavlovi?, Theo Hernández; Loftus-Cheek (dal 70’ Abraham), Fofana, Reijnders; Pulisic, Morata (dal 84’ Okafor), Leão. A disp.: Nava; Bartesaghi, Terracciano; Musah, Zeroli, Chukwueze. All.: Fonseca. 

LIVERPOOL (4-2-3-1): Alisson; Alexander-Arnold (dal 79’ Gomez), van Dijk, Konaté, Tsimikas; Gravenberch, Mac Allister (dal 92’ Endo); Salah (dal 92’ Chiesa), Szoboszlai, Gakpo (dal 68’ Luis Diaz); Jota (dal 68’ Nunez). A disp.: Jaroš, Kelleher; Bradley, Quansah, Robertson, Jones, Morton. All.: Slot.

Arbitro: Espen Eskås (NOR).

Ammoniti: 22’ Calabria, 31’ Fofana, 53’ Mac Allister, 60’ Fonseca, 80’ Gomez.

Recupero: 5′ 1T, 6’ 2T.

Milan – Venezia 4-0: eccoci qua

Arrivati in ritardo rispetto agli altri per via di molti fattori e dopo due settimane in cui l’attacco mediatico e coordinato al Milan anche dai media che dovrebbero essere amici è arrivato a livelli vergognosi (si veda la vicenda stadio) il Milan finalmente risponde sul campo e lo fa facendo 4 gol nella prima mezz’ora, una cosa che non succedeva da più di 60 anni. Lo fa con un atteggiamento subito diverso di Theo e Leao decisivi subito (evidentemente la panchina motivazionale ha fatto bene), con un Abraham che fa subito vedere che è un’altra cosa rispetto a Jovic decisivo e presente quasi in ogni azione.

ll Venezia prova subito a rendersi pericoloso con pressing alto che ci causa qualche difficoltà – il Milan fa la sua partita difensiva e trova due gol su una azione individuale e su un corner. E’ cambiata sicuramente la condizione fisica rispetto alle prime tre partite (anche se come già detto si era visto qualcosa con la Lazio, poi crollati troppo presto) e mi aspettavo, appunto, di cominciare a vedere il miglior Milan dopo la sosta.

In difesa qualcosina meglio anche grazie alla panchina di Tomori che era stato colpevole sui due gol a Roma, da registrare ancora Royal che dà sicuramente tanto in fase offensiva ma ancora poco dietro. Sta crescendo invece Fofana su cui c’è troppa fretta di buttare la croce essendo un acquisto della nuova dirigenza ma ricordiamoci che è stato l’ultimo a cominciare la preparazione e servirà aspettare anche lui.

Ora abbiamo – purtroppo – il derby. Dico purtroppo perché c’è ancora molto da lavorare e sarebbe stato meglio per noi averlo più tardi ma Butti vede e provvede. Non so come affrontarlo perché davanti abbiamo un potenziale enorme che ha bisogno di spazi ma dietro non abbiamo la squadra adatta a difendere. Il Liverpool mi preoccupa meno per via del nuovo formato della Champions League che ci dice che le partite dove dovremo fare punti saranno più avanti.

Un saluto invece alla malafede scritta e radiofonica costretta a ridimensionare una bella vittoria della squadra che dicono di tifare dopo aver esaltato le vittorie della Juventus contro il Como, dell’Atalanta proprio contro il Venezia e dell’Inter col Lecce altrettanto belle e nette solo perché loro hanno deciso a giugno che questa stagione andrà malissimo e monetizzano il malcontento. Buon derby al secondo verde domenica sera.

MILAN-VENEZIA 4-0

Marcatori: 2’ Theo, 16’ Fofana, 25’ Pulisic (r), 29’ Abraham (r), 71’ Zampano.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; E. Royal, Gabbia, Pavlovi?, Hernández; Fofana (dal 79’ Zeroli), Loftus-Cheek; Pulisic (dal 79’ Chukwueze), Reijnders (dal 64’ Okafor), Leão (dal 64’ Morata); Abraham (dal 74’ Musah). A disp.: Raveyre, Torriani; Bartesaghi, Terracciano, Tomori, Jovic. All.: Fonseca.

VENEZIA (3-4-2-1): Joronen; Idzes, Svoboda, Schingtienne; Candela, Nicolussi Caviglia, Duncan (dal 65’ Doumbia), Zampano (dal 89’ Carboni); Oristanio (dal 65’ Yeboah), Busio (dal 79’ Andersen); Pohjanpalo. A disp.: Bertinato, Grandi, Stankovi?, Sagrado, Crnigoj, Ellertsson; El Haddad, Gytkjaer, Raimondo. All.: Di Francesco.

Arbitro: Di Marco di Ciampino.

Ammoniti: 28’ Schingtienne, 38’ Gabbia, 67’ e 73’ Nicolussi Caviglia.

Espulsi: 73’ Nicolussi Caviglia.

Recupero: 3′ 1T, 5’ 2T.

Il ritorno dei rutti di Boban

Con il suo ritorno a commentare le partite a Sky che si traduce nello sputare notte e giorno sul Milan e sui suoi giocatori è tornato un classico per i veri tifosi del Milan: Zvonimir Boban che dalla sua poltroncina notte e giorno dice a destra e a manca come bisogna fare la squadra. Ovviamente con la sua concezione di calcio che è quella del suo amico Maldini e quella di una serie A degli anni 90 che non tornerà più – ovvero riempitemi di soldi, spendete i soldi vostri, si fa 200 milioni di passivo e si compra gente forte.

Stavolta però la stronzata detta è troppo forte e non può essere fatta passare. Tra il solito pompino all’inter (perché ovviamente siamo sempre sull’official supplier) Boban ci fa sapere che la principale colpa di Redbird è quella di avere smantellato “La squadra dello scudetto e della semifinale“. Una affermazione che alla prova dei fatti non può passare il silenzio. Partiamo dal presupposto che la squadra dello scudetto non era nulla di che. La squadra dello scudetto lo ha vinto perché in quel campionato mancava un dominatore come nell’anno precedente e nei due che hanno seguito – ha fatto meno di 90 punti, era in linea con la squadra dello scorso anno ad un mese dalla fine come punti fatti. Se ci fosse stata l’inter dello scorso anno in quel campionato probabilmente si sarebbe ruttato uguale.

Quello scudetto ha illuso molti di avere una squadra più forte di quella che avevamo realmente – perché di fatto non eravamo pronti per vincerlo e ce lo siamo trovati in casa quasi per caso, anzi, per Radu. La semifinale di Champions è stata più o meno la stessa cosa, c’è poco da vantarsi nell’aver battuto un Tottenham a metà classifica e un Napoli che aveva smesso di giocare. Per dire, le prestazioni contro PSG in casa e Dortmund fuori della scorsa CL sono di livello superiore ma il sorteggio che da un lato ci ha premiato dall’altro ci ha punito. Non mi vanterei di una CL dove i parziali con le uniche due squadre serie, Chelsea ed Inter, sono finiti 8-0.

Ma andiamo ora nel merito del presunto “smantellamento”

  • Tonali: ha chiesto lui la cessione, è stato venduto non bene – benissimo. Senza la sua cessione non sarebbe stato possibile prendere Rejinders o Pulisic e lo scorso anno con gli infortuni di Bennacer e Pobega ci saremmo trovati ad avere disponibili a centrocampo Krunic e pochi altri
  • Diaz: non c’era la possibilità di riscattarlo perché la gestione precedente non aveva fissato un diritto di riscatto e il Real aveva interesse a tenere il giocatore
  • De Keteleare: impresentabile al primo anno per cui non può essere considerato parte di quella squadra, al secondo nonostante le prestazioni da rimpiantoMilanTM tanto sbandierate non lo voleva nessuno tanto che si è dovuti cedere all’Atalanta che ha postposto il pagamento pur di liberarsene
  • Kessie: perso dalla gestione precedente per incapacità di rinnovare
  • Calhanoglu: vedi sopra, con l’aggravante di una cifra veramente esigua – ma l’ego di maldini ha avuto la meglio
  • Krunic, Rebic e Saelemakers: credo non ci sia nemmeno bisogno di discutere, riserve a volte imbarazzanti
  • Giroud, Ibrahimovic, Kjaer: ritiri per fine carriera, senza scelte o colpe di nessuno.
  • Hauge: venduto benissimo, tornato a non valere niente.
  • Junior Messias: sta roba era titolare, ora gioca nel Genoa ed è un miracolo che ce ne siamo liberati. Dovevamo ripartire da lui Zvone?
  • Duarte, Lazetic, Castillejo e Caldara: ahahahahahahah

A questa lista vanno aggiunti gli ereditati Kalulu e Bennacer ormai due ex giocatori vista la mole di infortuni a catena.

Quindi oggi Boban ci informa che lui sarebbe ripartito dall’ammasso di giocatori qua sopra? In che modo? Con che squadra? Avrebbe prolungato Kjaer? Non avrebbe venduto Krunic? Avrebbe tenuto Messias? Su, coraggio Boban, finisca il rutto libero, ci faccia sapere. Smantellare una formazione che aveva overperformato per tentare di fare una formazione più ambiziosa era doveroso ed infatti il Milan lo scorso anno è finito secondo con un mese d’anticipo mentre prima era quinto.

Non si può tollerare però il rutto libero che parla di smantellamento perché la verità è che quella roba sul campo nella stagione 23/24 si era già smantellata da sola.

Lazio – Milan 2-2: via i bambini dal Milan

Se di per se un pari a Roma con la Lazio non è mai un risultato da buttare via rimane il rammarico di aver visto per 50-55 minuti un buonissimo Milan, il primo di Fonseca che aveva veramente convinto. Corto, presente, pericoloso quando bisognava ripartire. Poi siamo crollati fisicamente in nove dentro la nostra area di rigore – e qua c’è stato l’errore grave che ha deciso la partita. Sarebbe bastato fare i cambi 10 minuti prima e l’avremmo portata a casa, invece riparte la fiera dell’isterismo da coloro che tifano contro.

Dopo il 2-1 della Lazio è partita la mossa disperata che ha portato subito al gol e poi al cooling break che abbiamo visto tutti: due giocatori hanno delegittimato l’allenatore di fronte al proprietario della squadra presente in tribuna. Il Milan non può permettersi una roba del genere – con una società seria quei due sarebbero fuori squadra, non importa quanto sono forti, non puoi fare una scena del genere e concedere l’allenatore ai giocatori in ostaggio.

Rimane il fatto che per 55 minuti siamo riusciti finalmente a mostrarci il Milan, ad essere finalmente belli compatti dietro, saper ripartire al momento giusto e saper essere pericolosi al momento giusto. Poi è mancata la condizione ed è mancato il rischio di voler fare cambi. Siamo ancora un cantiere aperto anche se oggi qualcosa di più si è visto rispetto al Parma.

La preoccupazione è che Fonseca ha già perso lo spogliatoio – non si può portare la cultura del lavoro dove non c’era la cultura del lavoro. E questo non c’è Fonseca, Pioli, Allegri, Conceicao, Conte che possa fare qualcosa in merito – anzi con un allenatore più duro la situazione peggiora ulteriormente. Il paradosso è che i nuovi acquisti sono ancora una volta stati tra i migliori – da segnalare un giallo a Fofana decisamente generoso che lo ha condizionato.

Alla società chiedo di tenere duro – confermare questo allenatore ed eliminare chiunque non sia in linea con questa società e questo allenatore. Fare diversamente sarebbe grave segno di debolezza. Non si può concedere ai giocatori di decidere e mettere in ridicolo l’allenatore in questo modo. Sul campo, invece, ripartire dai primi 55 minuti e farli diventare 90. Migliorare la condizione fisica. La prossima è il Venezia, poi c’è già Liverpool e derby.

Lazio – Milan 2-2 (primo tempo 0-1)

Marcatori: 8’p.t. Pavlovic (M), 17’s.t. Castellanos (L), 20’s.t Dia (L), 27’s.t. Leao (M)

Assist: 8’p.t. Pulisic (M), 17’ e 20’s.t. Nuno Tavares (L), 27’s.t. Abraham (M)

LAZIO (4-2-3-1) Provedel; Lazzari (dal 1’s.t. Marusic), Patric, Romagnoli, Nuno Tavares (dal 44’s.t. Hysaj); Guendouzi, Rovella; Tchaouna (dal 1’s.t. Isaksen), Dia (dal 35’s.t. Dele-Bashiru), Zaccagni; Castellanos (dal 41’s.t. Noslin). All.: Baroni

MILAN (3-4-2-1) Maignan; Royal (dal 25’s.t. Hernandez), Tomori, Pavlovic; Terracciano, Fofana, Reijnders (dal 25’ Musah), Chukwueze (dal 25’s.t. Abraham); Loftus-Cheek, Pulisic; Okafor (dal 25’ st. Leao). All. Fonseca
Arbitro: sig. Davide Massa – sez. Imperia

Ammoniti: 20’p.t. Fofana (M), 38’p.t. Rovella (L), 19’s.t. Zaccagni (L), 39’s.t. Patric (L), 45’s.t.+1 Terracciano (M), 45’s.t.+3 Guendouzi (L)

Parma – Milan 2-1: calma

Se c’è qualcosa di utile in queste partite è dividere i tifosi del Milan dai nuovi non milanisti ossessionati verso una delle migliori dirigenze della serie A, l’unica con lo sguardo al futuro e vedovi di un dirigente fallimentare. Nell’ultima settimana dopo due partite di calcio d’agosto sono usciti tutti dalle tane per vomitare bile mettendo il loro personaggio e i loro ricavi dalla spunta blu di Twitter davanti alla squadra. Per i risultati invece vi invito alla calma – arriveranno. Queste partite sono ancora una volta figlie della differenza di preparazione dovuta agli europei e ai blocchi delle nazionali – il Parma ha vinto di intensità, mettendo una intensità nei primi 15 minuti che noi non siamo ancora in grado di mettere.

Ripeto, abbiamo fatto una preparazione diversa con carichi molto pesanti che è l’unica soluzione per non sciogliersi a novembre con 300 infortuni – qualche punto perso era prevedibile nelle prime gare, ma sono convinto che dopo la sosta vedremo il vero Milan. Come ho detto dopo il trofeo Berlusconi in ogni caso il Milan non è pronto per vincere quest’anno e non è un dramma se non si vincerà quest’anno. La squadra aveva bisogno di rinforzi che non ci potevamo permettere in una sessione di mercato e a livello tattico non si può cancellare in una estate di amichevoli gli scempi degli ultimi due anni.

Un nuovo allenatore va fatto lavorare, bocciare mercato o allenatore così presto certifica solamente la malafede di chi non aspettava altro. A proposito di mercato oggi bene Pavlovic e bene Fofana, male Royal che non può giocare con Theo semplicemente perché non si può giocare con due terzini offensivi contemporaneamente visto che alla prima palla persa capitano i buchi come quello del 2-1.

Servono giocatori? Certamente, ma non possiamo finanziariamente permetterceli (Okafor e Jovic vanno bene solo da subentranti) e non ci stanno nemmeno in lista. Iniziamo a lavorare con ciò che si ha che dovrebbe essere sufficiente per battere il Parma invece non lo è. Poi con calma parleremo anche di Leao, anche oggi più limite che risorsa, anche oggi ciondolone per il campo, anche oggi con 5 palle perse di cui una causa il contropiede del 2-1. A Calabria non si perdona nulla, a lui si perdona tutto – eppure è proprio la sua presenza in campo a renderci limitati e facili da limitare. In sostanza, finché Leao rimane titolare e in rosa difficilmente il Milan vincerà ancora qualcosa.

Nella prossima troveremo la Lazio, partita simile ma più difficile. Onestamente non mi aspetto nulla perché ha le caratteristiche per metterci in difficoltà. Piccola chiusura: c’è gente che sta scrivendo tweet funerei con una mano mentre si masturba con l’altra. Possiamo perderle tutte e 38 ciò non toglie che la società ha operato bene, che Maldini resta disoccupato, che Furlani resta un grande dirigente e voi restate degli idioti. Fatevi la vostra squadra come i secessionisti del 1908 e smettetela di frantumarci i coglioni.

P.s. ovviamente passa sotto silenzio che sul primo gol del Parma era fallo su Loftus-Cheek e non fallo contro. Nella Marotta League è legale spingere un avversario sulla schiena con la mano.

PARMA-MILAN 2-1

MARCATORI: 2′ Man (P), 66′ Pulisic (M), 77′ Cancellieri (P)

PARMA (4-2-3-1): Suzuki; Coulibaly, Balogh, Circati, Valeri; Estévez (75′ Cyprien), Sohm (59′ Cancellieri); Man (75′ Almqvist), Bernabé, Mih?il? (70′ Del Prato); Bonny. A disp.: Chichizola, Corvi; Camara, Hainaut, Haj, Kowalski, Miko?ajewski. All. Fabio Pecchia.

MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (67′ Emerson), Tomori, Pavlovic, Theo; Reijnders, Musah (67′ Fofana), Pulisic (86′ Chukwueze), Loftus-Cheek, Leao; Okafor (86′ Jovic). A disp.: Torriani, Raveyre, Gabbia, Thiaw, Terracciano, Bennacer, Chukwueze, Saelemaekers, Jovic. All. Paulo Fonseca.

ARBITRO: Sacchi

AMMONITI: Pavlovic (M), Emerson (M), Loftus-Cheek (M)

RECUPERO: 3′ pt, 5′ st

Milan – Torino 2-2: la reazione di Morata

Il Milan pareggia al minuto 95 con una reazione una partita orribile condizionata da alcune scelte di formazione discutibili che erano però a loro volta condizionate dal particolare momento della stagione. Non si può pretendere calcio di livello se si comincia la stagione il 17 agosto con giocatori che sono rientrati dagli europei. Il Milan si trova quindi a partire di fatto senza quasi tutto il mercato e con i giocatori dell’anno scorso più un Saelemakers titolare al posto di Theo che non ha ancora i 90′.

La partita in realtà potevamo vincerla agilmente se non fosse che si è vista la solita versione sciupona di Leao con alcuni errori imperdonabili – uno al 10′ e uno a fine primo tempo. Poi un errore difensivo di Thiaw (peggiore in campo e colpevole su entrambi i gol) porta avanti il Torino con il primo gol in Italia dove la Goal Line Technology (che non aveva dato gol) viene overrullata dal VAR (che ha dato gol).

Per il resto ha giocato il Milan dell’anno scorso e si sono visti gli errori dell’anno scorso: Bennacer lento, Chukwueze impalpabile e con troppi errori e i due centrali difensivi incapaci di marcare – che vengano fatti entrare al più presto Pavlovic e Gabbia. Poi c’è Leao appunto, di cui si è già parlato, resto convinto che ci limiti troppo nel modo di giocare e sia limitato egli stesso. Può e deve esistere un Milan senza Leao.

Non si sono viste le buone cose viste nelle amichevoli estive, si è ricominciati dove era finito il campionato e con quello che già sapevamo. Okafor merita più spazio in quanto è sempre spesso e volentieri decisivo. Tomori e Thiaw non possono giocare insieme, anzi non possono giocare e basta – fa niente se Calabria poi si prende le colpe anche per loro. Stavamo quasi per venderne uno al Newcastle, purtroppo non ci sono cascati due volte.

Mi aspettavo una partenza difficile per la diversa preparazione atletica. Inutile partire forte e dare l’illusione di ammazzare tutti con una preparazione leggerina per poi ripetere i soliti ottobre/novembre – il calcio vero comincerà a settembre con la coppa dei campioni anche se si potrà vedere forse qualcosa di più la prossima settimana sperando di vedere qualche acquisto in più in campo.

Spero che la partita di oggi possa aver fatto cambiare idea su Saelemakers, inspiegabilmente reintegrato e su Bennacer che in un mondo ideale verrebbe spedito in arabia come pacco regalo per far posto a Kone. Su Loftus-Cheek non so cosa fare, potrebbe essere l’unico ad avere del mercato in questo momento. Per il momento ci godiamo la reazione finale che prova che siamo una squadra forte, molto forte, nonostante le condizioni di questa partita e un Morata che subito zittisce i critici.

Per quanto riguarda gli obiettivi ritengo un errore aspettarsi lo scudetto quest’anno – l’Inter ha ancora un anno davanti, forse due. Poi toccherà a noi. Il trend del mercato è chiaro così come quello di sviluppo delle squadre – Roma non è stata costruita in un giorno. Bisognerà quadrare in fretta la formazione titolare e portare le innovazioni delle amichevoli che oggi non si sono viste. Io resto fiducioso.

MILAN-TORINO 2-2

Marcatori: 30’ aut. Thiaw, 68’ Zapata, 89’ Morata, 90+5 Okafor.

LE FORMAZIONI:
MILAN (4-2-3-1): Maignan; Calabria (dal 83’ Okafor), Tomori, Thiaw, Saelemaekers, Bennacer (dal 59’ Reijnders), Loftus-Cheek; Chukwueze (dal 59’ Theo Hernandez), Pulisic (dal 73’ Musah), Leao; Jovic (dal 59’ Morata);.A disp.: Raveyre, Torriani, Pavlovic, Terracciano, Gabbia. All. Paulo Fonseca.

TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic; Vojvoda, Coco, Masina; Bellanova (dal 87’Dembele), Linetty, Ricci, Ilic (dal 71’ Tameze), Lazaro (dal 87’ Sazonov); Zapata (dal 71’ Karamoh), Sanabria (dal 60’ Adams). A disp.: Paleari, Donnarumma, Dellavalle, Horvath, Ciammaglichella, Bianay, Njie. All. Paolo Vanoli. 
Arbitro: Maresca di Napoli.

Ammoniti: 45’+2 Vojvoda, 45’+3 Ricci, 57’ Jovic, 88’ Tameze, 88’ Morata, 90’+6 Dembele.

Recupero: 4′ 1T, 8’ 2T.

Non vi rimane che gufare

Tum, a Ferragosto c’è chi si piega sulla scrivania e chi preferisce impugnare una racchetta da padel. Tum, e intanto Fofana arriva per 23+2 milioni, alla faccia di chi parlava di fantomatici tetti per i cartellini, convinti che il mercato sarebbe stato fatto seguendo un copione già scritto. Una società che procede per la sua strada, nonostante contestazioni indegne, nonostante una campagna abbonamenti che non ha registrato il tutto esaurito, nonostante il chiacchiericcio di chi si divertiva a immaginare un 56 giugno e un 35 luglio. Tum, tum, tum in faccia a chi ci aveva prima assicurato che i big sarebbero stati venduti, poi che sarebbero rimasti ma a discapito di nuovi acquisti. Ora, quegli stessi critici sono costretti a recitare il ruolo delle “vedove antimilaniste”, piangendo sul latte versato perché Fofana non è arrivato 10 giorni prima – a quanto pare, 10 milioni in più per avere un giocatore in anticipo non valevano il prezzo.

Un mercato in faccia a chi aspettava con ansia delle sconfitte nelle amichevoli che non sono mai arrivate. Un mercato che conferma la validità del progetto di questa società, oggi il miglior modello in Italia, che piaccia o no, gli altri dovranno seguire prima o poi. Le basi per fare bene in questa stagione, così particolare, ci sono tutte. Poi, come sempre, parlerà il campo, e sul campo l’Inter parte favorita, sia perché ha mantenuto lo stesso organico sia per ragioni extra-campo che tutti conosciamo. Tuttavia, la realtà è che in Italia alcune squadre devono tagliare, mentre altre possono continuare a comprare senza dover svendere. Questo dovrebbe essere riconosciuto da chiunque sia intellettualmente onesto. È un progetto che forse non cerca la vittoria immediata, ma chiunque non sia completamente cieco dovrebbe rendersi conto che quella vittoria arriverà, inevitabile.

Ed eccoli di nuovo, quelli che dal 5 giugno 2023 hanno deciso di emulare i cugini del 1908 senza però avere il coraggio di fondare una loro squadra. Sono ancora qui, fingendo di essere tifosi del Milan, ma in realtà aspettano solo un fallimento – dove per fallimento si intende ovviamente non vincere lo scudetto, come se fosse una cosa semplice da ottenere. Speravano di vedere il Milan affondare in un’estate disastrosa, ma il massimo che hanno ottenuto è stato l’arrivo di un piano B al posto di Zirkzee – un giocatore ultratrentenne, difficile da rivendere, esattamente ciò che loro richiedevano per poter gridare all’ambizione.

Come suggerisce il titolo, a voi non resta che gufare. Sperare che in Champions peschiamo le squadre più forti, che in campionato la sfortuna e i torti arbitrali continuino a imperversare, pur di salvare la faccia e alimentare l’illusione che il Milan debba funzionare con un proprietario disposto a perdere 200 milioni l’anno. Spero, però, che i veri tifosi del Milan aprano gli occhi su chi siete e cosa siete, e prendano i dovuti provvedimenti contro di voi. La vita, però, vi ha già sconfitto.

Manchester City – Milan 2-3: fumo a maldinolandia

Allo Yankee Stadium di New York ieri sera il Milan ha affrontato il Manchester City, curiosamente per la prima volta da quando la seconda squadra di Manchester è stata acquisita dallo sceicco del Qatar. Dopo il pareggio con il Rapid Vienna (grazie ad un furto) con una squadra imballata quelli che dallo scorso anno hanno deciso di tifare contro sempre e comunque erano già lì prontissimi a godere di una eventuale debacle – così non è stato.

Se lo scorso anno nelle amichevoli estive si cominciava già ad intravedere una sterilità di gioco e una difficoltà a fare gol su azione così non è stato nella prima uscita a New York. Fonseca ha criticato duramente il modo di difendere di Pioli ma in pochi giorni sembra essere stato messo su un impianto di gioco totalmente diverso da quello che la scorsa stagione è stato deficitario. La differenza nel gioco nello stretto, nella quantità e nella qualità dei passaggi è immediatamente evidente rispetto alla scorsa stagione.

So che a chi ha deciso che tutto andrà male queste parole daranno fastidio – ma la verità è che il Milan ha una rosa forte, molto forte, non sfruttata adeguatamente la scorsa stagione. Mancano ovviamente dei tasselli (Tomori imho va ceduto questa sessione anche se non ha mercato che ha Thiaw) ma questa è una squadra che è arrivata seconda giocando al 50% delle sue possibilità e mi aspetto molto da Chukwueze e Okafor usati malissimo la scorsa stagione.

Ci prendiamo quindi lo scalpo di questa battaglia, sapendo che la guerra sarà dura, molto dura da vincere. Saremo sotto esame ogni partita da chi ha deciso che deve andare tutto male e non vede l’ora che tutto vada male. Siamo sotto un vergognoso fuoco amico alimentato anche da bot social di agenzia che creano scientemente un sentiment negativo sotto i post. Ma siamo qua e resistiamo contro tutto e contro tutti.

Ho tanta, tanta fiducia nella prossima stagione e nella fine del mercato. Fiducia nel vedere questa squadra esprimersi al suo vero potenziale – se poi non si vince, capita, specie quando giochi contro chi controlla palazzo e VAR. Ho fiducia che questo progetto lancerà giovani importanti, sempre che questi decidano di farne parte e non scappare via come ha fatto Simic. Ad oggi non c’è mezzo indicatore per dire che la stagione sarà fallimentare – ce ne sono molti nella direzione inversa.

In settimana si torna in trincea perché il livello sale ancora contro il Real Madrid e poi contro il Barcellona. Perderemo qualche battaglia e i nemici torneranno a gongolare più vivi che mai. Però, oggi, abbiamo vinto noi.

MANCHESTER CITY-MILAN 2-3

Marcatori: 19’ Haaland, 30’ e 34’ Colombo, 55’ McAtee, 78’ Nasti

LE FORMAZIONI:
MANCHESTER CITY:
 Ederson (dal 81’ Carson), Susoho (dal 46’ Katongo), Simpson Pusey (dal 46’ Wilson-Esbrand), Doyle, Lewis, Perrone (dal 46’ Phillips), O’Reilly (dal 65’Fatah), McAtee (dal 65’ Wright), Bobb, Grealish (dal 81’ Gvardiol), Haaland (dal 46’ Hamilton). A disp.: Ortega, Kovacic, Ndala, Galvez, Oboavwodou, Mbete, Heskey, Mfuni, Lakyle, Knight. All. Pep Guardiola.

MILAN (4-2-3-1): Torriani; Calabria (dal 81’ Bakoune), Tomori (dal 64’ Kalulu), Gabbia (dal 64’ Thiaw), Terracciano; Florenzi (dal 40’ Pobega), Bennacer (dal 64’ Liberali); Chukwueze (dal 64’ Jimenez), Loftus-Cheek (dal 81’ Musah), Saelemaekers (dal 81’ Pulisic); Colombo (dal 64’ Nasti). A disp.: Nava, Raveyre, Jovic, Maldini, Cuenca, Adli. All. Paulo Fonseca.

Arbitro: Sergii Boiko

Ammoniti: 73’ Saelemaekers

Recupero: 4′ 1T, 4’ 2T.

Gerry Cardinale non ce lo meritiamo

I tifosi della Serie A dovrebbero fare una profonda riflessione su quanto sta accadendo in casa Milan. Il Milan da un anno a questa parte sta provando a crescere, per davvero – a ragionare come una grande squadra e a smarcarsi dal mecenatismo coi bilanci in perdita che ha rovinato la serie A ed il risultato è un Milan finito nel fuoco incrociato dei tifosi fomentati da giornalai di mercato che si fanno passare le notizie dal procuratore, vedove di pioli e giornalisti che dovrebbero essere amici ma mostrano livore per la mancanza di notizie.

La vergogna di cardinale, pensate, è non bruciare soldi suoi nel Milan. Insomma, è non fare quello che ha portato la Serie A ad essere sul tetto del mondo negli anni 90 ma poi, una volta che il giro d’affari è salito, il giochino è scoppiato e la mancanza di infrastrutture, di visione dirigenziale e di una lega forte ha portato gli investimenti grossi altrove. Il Milan oggi prova ad uscire da un sistema di un campionato che non vince una coppa dei campioni da 14 anni e non si accontenta di spendere per la soddisfazione nazionale, sfasciare i conti e ricominciare.

Questo il tifoso cresciuto a pane e silvio Berlusconi non riesce a capirlo. Non riesce a capire come sotto FFP sia importante aumentare il fatturato e per farlo c’è bisogno di strutture. E’ frustrato per quanto accaduto lo scorso anno – per una stagione per cui due anni prima ci avrebbe messo la firma. La reazione ad una stagione del genere non può essere quella di rispondere subito e mandare a quel paese quello per cui si sta lavorando. E’ inutile vincere senza una struttura alle spalle che le vittorie possa crearle – bene, tante e in serie.

Purtroppo il tifoso non ha la visione di lungo periodo, non capisce l’importanza di tornare ad essere il primo fatturato in italia e pretende di passare in Champions in un girone con gente che fattura 100-300 milioni in più. Non capisce l’importanza fondamentale dello stadio. Non capisce che buttare via soldi per essere pronti al ritiro non vale niente. I milanisti sono diventati gli interisti dell’era moratti – livorosi e desiderosi di rivincite sotto l’ombrellone e non in campo.

Meglio continuare a credere alle favole. Credere a PIF che compra la maggioranza e investe a fondo perduto 100-200 milioni all’anno, contro le regole UEFA, che non si sa quando recupererà perché l’arabo tifa Milan. Svegliatevi, idioti, ed evolvetevi. Gli anni 90 sono finiti, il calcio è entrato in una nuova era che la serie A ha mancato perché anche per gente come voi si è trovata del tutto impreparata.

Calma. Non è un problema se non si vince l’anno prossimo. E’ un problema se non si fa lo stadio. E’ un problema se non aumenta il fatturato. E’ un problema se l’Under 23 non sforna giocatori. Per vincere ci sarà tempo, dopo e bene, senza isterismi. Solo quando la struttura sarà completata anche i più stolti capiranno. E chiederanno scusa. Per ora, purtroppo, una proprietà così, viste le reazioni, non ce la meritiamo.

Nel frattempo cominceremo nuovamente la stagione con persone – non li definisco tifosi, perché il tifoso SOSTIENE la squadra e quindi la dirigenza – che staranno lì a fare isterismi ogni volta che qualcosa andrà male e festeggeranno quando andrà male “per il bene del Milan”, che si traduce nel bene del proprio account twitter con la spunta blu, della propria live twitch o del proprio canale Youtube, ben monetizzati. Finché il Milan avrà tifosi del genere che fanno la guerra al Milan invece di farla ai rivali – difficilmente vinceremo qualcosa.

P.s. – su quest’ultimo tema mi hanno segnalato una quantità interessante di bot su twitter comparsi ad aprile 2024 e a giugno 2023 che non hanno mai twittato o han twittato di politica e hanno improvvisamente iniziato a spargere un sentiment negativo sul Milan. Sono probabilmente account fake di proprietà di qualche agenzia, mi dicono che nelle prossime settimane potremmo saperne di più

A casa il brocco Inter

Finisce agli ottavi – anche oltre le aspettative – l’europeo dell’Inter-nazionale, uno dei peggiori della storia della squadra azzurra. Un europeo dove l’Italia dopo la partita contro l’Albania, una delle squadre che ha beneficiato dell’allargamento dell’Europeo per essere qua, ha giocato essenzialmente malissimo senza mai avere un ritmo adeguato per una competizione internazionale e con il solo gol di Zaccagni segnato per miracolo che ha tolto alla Croazia un ottavo che meritava.

Poteva fare di più Spalletti? Probabilmente sì – preso d’emergenza dopo il miracolo Napoli in una annata anomala è tornato l’allenatore che se non aveva mai vinto niente un motivo c’era. Troppa confusione nei convocati, troppi cambi di modulo e una formazione mai trovata. Una lista di convocati dove come sempre mancano i giocatori di una squadra e si esagera nel portare quelli delle squadre amiche. Qualcuno dovrebbe spiegare perché è stato lasciato a casa un ottimo Gabbia o anche il semplice Calabria in grado di annullare Mbappé in Milan-PSG. E’ stato saltato più volte Di Lorenzo in una singola partita (chiunque ha giocato contro di lui ha fatto bella figura) che Calabria in tutta la Champions.

Poi c’è lo schifo che ha circondato questo europeo con un dirigente di un club che si è visto sempre e comunque fianco a fianco del presidente federale. Se i tifosi non si facessero portare a spazio dai giornalisti questa sarebbe l’ora di farsi due domande su perché Barella, Di Marco, Darmian e compagnia (e attenzione, vale anche per Calhanoglu) senza l’immunità da cartellino giallo e sul fallo tattico sono altri giocatori e pensare allo schifo visto lo scorso anno tra campo e Lissone – si è salvato Acerbi con un infortunio diplomatico per non portare alla luce di fronte alla UEFA quel razzismo velocemente insabbiato e che gli ha permesso di segnare nel derby scudetto, vantato come motivo d’orgoglio.

Non pagherà Spalletti – che ha un contratto lungo, non pagherà nemmeno Gravina che è parte di un sistema che si protegge a vicenda affinché nulla cambi come il gattopardo. D’altronde nel caso COVISOC è bastata una telefonata per fare intervenire UEFA e FIFA (i cui presidenti sono spesso vicino a Marotta e Gravina quando gioca l’Inter). Domani si ripartirà gridando ai troppi stranieri e ai bambini che non giocano a pallone – eppure il marcio è lì, sotto gli occhi di tutti. E’ necessario prima di tutto tornare ad avere una federazione indipendente da giochi di potere sportivi ed un campo che restituisca risultati veritieri per tutti invece di avere la squadra del potere sistematicamente favorita con la complicità dei media che ci raccontano che tutto va bene.

Ora attendiamo che il 4 luglio venga sorteggiato – pardon, comunicato (non si parla, in effetti, mai di sorteggio) il calendario della prossima stagione e potremo tornare finalmente a credere che Darmian, Barella, Calhanoglu, Di Marco, Acerbi, Dumfries e Bastoni siano dei top player che tutto il mondo ci invidia. Almeno fino al prossimo mondiale. Che finisca il calcio e ricominci il wrestling.

Che cosa ha detto Ibrahimovic

Ieri è andata in scena una conferenza stampa abbastanza importante in cui è stato fatto quello che veniva a gran voce chiesto – la proprietà, tramite Ibrahimovic – ci ha messo la faccia per rispondere in un periodo in cui il Milan è bersagliato di notizie tra cui false e tendenziose ricostruzioni per indurre i tifosi a mettersi contro una proprietà che sta facendo crescere questo club più di ogni altra squadra in Italia. Andiamo quindi a rivedere i punti salienti

Ci sono stati molti punti in cui Ibrahimovic ha attaccato più o meno velatamente la gestione Maldini tra le righe. Si è partiti con “Chi entra in Milan deve avere la stessa ambizione di vincere e fare la storia, e chi dentro al Milan non ha queste ambizioni non avrà spazio“, un chiaro riferimento a chi è stato silurato dopo aver parlato di “stagione da 8“. Una frecciata che è poi tornata quando si è parlato di organico a disposizione con “Quando abbiamo vinto l’ultimo scudetto non eravamo neanche top 4” riferito al quinto posto al termine della stagione 22/23. La frecciata è diventata poi evidente con “Tanti ex giocatori quando entrano in società, portano questo ego perchè hanno vinto e sono stati grandi giocatori.” e nel momento in cui ha parlato di dover essere più cattivo con gli amici (mentre Maldini li aveva piazzati ovunque). Non so cosa sia successo tra Ibrahimovic e Maldini ma dalla conferenza di ieri emerge sicuramente una diversa idea gestionale tra i due e la valutazione della rosa al termine della stagione 22/23 come una rosa a cui mancavano le basi.

Parlando di organico i motivi per cui il Milan ha scelto Fonseca sono stati chiari: il Milan cerca un allenatore e non un manager (Conte), quindi non qualcuno che faccia casini con le gerarchie societarie ma che si limiti a parlare di campo e di tattica. Il motivo per cui hanno scelto Fonseca (o meglio, come ha detto Ibra, è uscito), è stato palesemente per provare a continuare a giocare il tipo di calcio che il Milan ha giocato negli ultimi anni ma provando a mettere una pezza sulla fase difensiva, tallone d’Achille dell’annata 23-24. Il Milan non ha oggi i mezzi economici per provare a vincere il prossimo anno se deve cambiare 11 giocatori per un nuovo allenatore e partire da un modulo consolidato dovrebbe aiutare nella fase di ambientamento della squadra.

Si è affrontato brevemente il tema dei rinnovi su cui praticamente c’è una non notizia: il Milan non ha intenzione di cedere Theo e Maignan ed in primis perché grazie al lavoro che sta facendo nel progetto non ha bisogno di farlo per fare mercato anche se questo i tifosi faticano a capirlo. Come però è anche normale che sia il Milan non ha intenzione di tenere giocatori scontenti – per cui qualora volessero essere ceduti sarà accontentata la loro – e sottolineo loro – scelta a condizione, ovviamente, di una offerta adeguata. Ha di fatto messo nero su bianco quello che i tifosi faticano a capire – ovvero che ogni euro di positivo viene immesso sulla prima squadra e che grazie a questo lavoro noi possiamo fare mercato senza dover vendere per comprare.

L’ultima parte dei dialoghi ha invece affrontato il rapporto tra il Milan e i giornalisti e come questo si ripercuote sui tifosi. Ibrahimovic ha praticamente smentito e ridicolizzato tutta la narrazione giornalistica sul Milan in presenza di alcuni dei cazzari stessi tra il pubblico. Ha rassicurato i tifosi dicendo che se la società non parla non è che non lavora – anzi – dicendo che loro non sono un podcast o un talk show. Ha messo di nuovo in ridicolo i giornalisti dicendo che loro scrivono articoli per mettere pressione su dettatura di procuratori per raccomandare i loro clienti. Li ha ridicolizzati ancora quando ha detto che lui legge che i profili di altri sono top mondo poi quando sono da noi non lo sono più. Ovviamente questa cosa ce la faranno pagare cara nei prossimi giorni ma spero che almeno i tifosi abbiano capito.

In mezzo a questo ci sono state più rassicurazioni sulle ambizioni individuali e della società – Ibrahimovic ci ha messo la faccia dicendo più volte che lui vuole vincere altrimenti non avrebbe accettato l’incarico. Ha però altresì detto una cosa molto importante quando gli han chiesto della seconda stella dell’Inter: un perdente guarda altre squadre, il Milan guarda se stesso. Questo, purtroppo, nell’ultimo anno è stato uno dei problemi e vedere il livello dei tifosi abbassarsi a quelli di là che creano occasioni speciali per sentirsi importanti sulle coincidenze temporali è stato abbastanza brutto per il Milan. E la cosa più importante è stata chiarire che il Milan lavorerà col suo progetto – il Milan non è il ludopatico che siccome ha perso alle slot butta il doppio del capitale per provare a pareggiare col tiro successivo. Di solito finisce male.

Spero che dalle parole di ieri i tifosi abbiano capito il tipo di progetto della società. Un progetto a lungo termine – basato e sostenuto dall’aumento continuo del fatturato. Un progetto che guarda a e stesso e non ad altri, per cui non vincere subito non è una tragedia perché quando si vince non basta vincere e sparire ma bisogna fare la storia. Ora la palla passa ai tifosi sperando che capiscano e sostengano.

Un anno senza Ibiza

Ricorre oggi il primo anniversario di uno dei giorni più belli della storia del Milan – un giorno in cui il Milan ha dimostrato di avere palle enormi e di averle sbattute sulla scrivania provando a guardare avanti e portare in serie A, nonostante la totale mancanza di visione a lungo termine e la totale mancanza di cultura sportiva dei tifosi (soprattutto i propri) un progetto a lungo termine che non consiste nell’indebitarsi per vincere nell’immediato per poi smantellare e ricominciare tre anni dopo, ma – semmai – provare a fare quello che ha fatto la Juventus quando ha vinto per nove anni di fila.

Il Milan un fanno fa cacciò giustamente Paolo Maldini che dopo aver fatto saltare un mercato estivo post scudetto pretendendo – e ottenendo – pieni poteri, causando così le dimissioni di Ivan Gazidis che si opponeva a darglieli – fece passare la squadra dal primo al quinto posto parlando, addirittura, di stagione da 8. Il Milan fece una scelta di campo forte, fortissima – nonostante le conseguenze. Una scelta di campo che ha pagato perché anche se non si è vinto il Milan è stato in grado di giocarsela alla pari con due semifinaliste di Champions ed è arrivato secondo con un mese d’anticipo avendo – dopo Milan-Lecce – addirittura il suo record storico di punti in Serie A dopo tale giornata nel campionato a 20 squadre.

Da quel momento però è stata guerra. E’ stata guerra perché innanzitutto una parte della tifoseria non tifava Milan ma tifava Maldini – ed è l’esatto motivo per cui Maldini non sarebbe mai dovuto entrare nel Milan e perché penso la corrente gestione è stata brava a liberarsene in ottica prossimo proprietario. E’ stata guerra anche mediatica perché il Milan è andato in lega a toccare certi equilibri proponendo Disney o Amazon. Il calcio italiano è un intreccio politico tra dirigenti federali e stampa.

RedBird sta provando a cambiare il sistema calcio in italia. La risposta sono state petizioni, strumentalizzazioni senza senso e curve che passano da esaltare Mirabelli a dire che non c’è stagione positiva senza vittorie. Tifosi che riversano bile su twitter perché la gente osa andare a divertirsi a Milan – Salernitana. Questo clima è generato dal fatto che per via della guerra in corso sul Milan non esiste mezza notizia positiva: ogni dichiarazione dei dirigenti viene decontestualizzata, ogni giocatore è scarso o non convince, i dirigenti si odiano anche se vengono ripresi ridere fianco a fianco in tribuna.

Se paragonate la narrazione riservata al Milan con quella riservata ad altri club del campionato vi renderete conto, immediatamente, della disparità di trattamento.

Andiamo invece a vedere i fatti. I fatti dicono che il Milan è uscito in un girone di Champions con due semifinaliste – una l’ha addirittura battuta mentre l’altra ha pareggiato a casa sua dominando. I fatti dicono che non hai fatto un campionato soddisfacente solo perché la prima ha fatto 95 punti. Il primo fattore sarà parzialmente rimosso dal nuovo criterio per i sorteggi della Champions – il secondo dipenderà anche da noi.

I fatti sul mercato ‘senza ambizione’ dicono che oggi i club scelgono gli allenatori in base ai dati. Lo ha fatto il Bayern, lo ha fatto il Barcellona, lo ha fatto il Liverpool e lo fa anche il Milan. E i dati di Fonseca sono quello che serve al Milan in questo momento. Non scalda la piazza? Forse. Non bisogna scaldare la piazza, bisogna vincere. Vi invito a riflettere perché ormai da un anno intorno al Milan girano solamente notizie negative (stadio, camarda, squadra under 23 ma anche Leao che non rinnovava) poi smentite dai fatti.

Per chi invece è affetto dalla terribile malattia nota come vedovam maldinitis che pretende che i dirigenti svelinino tutto alla stampa per sentirsi realizzato o che il mercato sia fatto e finito ad inizio giugno penso, invece, che ci sia poco o niente da fare. Il bombardamento da fuoco amico che il Milan sta subendo, anche da testate a cui manca il garante svelinatore, è vergognoso ed ingiustificabile.

Non c’è mezzo fatto per essere negativi su una squadra che sta crescendo più velocemente di tutti in Italia a livello di fatturato (e questo si tradurrà in vittorie), sta sfornando talenti da uno dei migliori settori giovanili d’Europa (come si è visto con l’Under 17 ieri, trascinata da 4 milanisti) non riempiendo le primavere di giocatori di colore che ti permettono di vincere subito perché fisicamente più avanti ma poi non hanno mezza carriera in favore di giocatori che serviranno al club dopo. Una squadra che a breve inizierà i lavori per lo stadio nonostante l’opposizione di mezza italia nimby.

Ai tifosi che vogliono la vittoria facile subito invito a non pensare dove sarà il Milan l’anno prossimo ma – se tutto va bene – a pensare dove saremo noi e dove saranno gli altri tra i 5 anni. Resistere, che poi ci divertiamo. E buon anniversario della liberazione.

Il primo problema del Milan: i tifosi

Questo editoriale sarà uno sfogatoio. Uno sfogatoio contro la peggiore tifoseria della serie A, i nuovi piangina per un secondo posto, quelli che per anni hanno urlato “non vogliamo soldi, vogliamo un progetto”. Quelli che godono nel prendere ed ampliare ogni notizia negativa per i like e la crescita del proprio account. I tifosi del Milan hanno deciso ad oggi, primo giugno, che la prossima stagione farà schifo e arriveremo sesti. In realtà lo avevano già deciso la scorsa estate dopo il licenziamento di Maldini e l’addio di Tonali, ma gli è andata male, allora hanno cominciato a ruttare sul “fuori da tutto a novembre”, fa niente se il girone della Champions era il più difficile e i primi non erano comunque raggiungibili.

I tifosi del Milan che la scorsa estate avevano deciso che la società era colpevole di non aver cacciato Pioli, andava bene “chinuque”, quando arriva “chinuque” come Fonseca (se arriverà) dicono che è una merda. Sulla base di: un fallimento pregresso. Come se Ancelotti fosse stato contestato all’arrivo del Milan per aver fallito alla Juve. Il tutto sulla base di non prendere Thiago Motta, un allenatore che non ha mai allenato per 3 volte a settimana. Chi chiede Klopp, Guardiola o gente che non verrà in serie A può invece fare direttamente richiesta per la 104 in quanto totalmente scollegato dalla realtà.

Il problema della società – o meglio delle società Milan è non aver mai fatto i conti con la storia, non aver mai fatto i conti coi secessionisti dalla cessione di Shevchenko, anno che fece crollare gli abbonamenti da 50mila a 37mila, mai più tornati tali nemmeno dopo la vittoria della Champions League prima del colpo Kakà che li portò a 29mila. Sono i tifosi che non c’è ambizione se non si fa quello che dicono loro, sono i tifosi che parlano di intascarsi soldi e di mazzette se non si spende e non si fanno debiti, tifosi rimasti ad un modello gestionale anni 1990 non più possibile oggi.

Il tifoso deve tifare. Il tifoso dell’Inter tifa. Il tifoso della Juve tifa. Il tifoso del Milan decide di tifare solo quando le cose vanno bene, di amplificare le cose negative, di ignorare quelle positive. E’ una roba che ci portiamo dentro da anni e ripeto, su cui nessuno ha fatto qualcosa tranne Fassone a cui purtroppo serviva per oscurare il fallimento societario. Che però si decide che tutto andrà male se non arriva l’allenatore che dicono loro, se non fanno gli acquisti che dicono loro è una roba vergognosa che succede solo qua.

Il Milan non prenderà Conte? Vuol dire non avere ambizione quindi tutto fa schifo. Fa niente se per prenderlo devi vendere i tuoi due migliori giocatori per riempirti di mediani difensivi che picchiano e lanciano su Lukaku. Il tifoso ha già deciso che arriveremo dietro il Napoli perché dopo aver trattato Conte abbiamo deciso di non chiuderlo (e lui è subito scappato all’unica alternativa libera). Il tifoso ha già deciso che cederemo Theo Hernandez e che se lo cederemo comunque la squadra non sarà più forte di quella prima nonostante i fatti della scorsa estate. Ha già deciso che siccome il Milan non comunica non sta programmando. Ha già deciso che stiamo improvvisando e sta leccando il deretano delle altre, come fa sempre ogni estate.

Il processo alle intenzioni non è tollerabile. Non è tollerabile soprattutto contro chi sta facendo un lavoro che andava fatto, chi sta aumentando di anno in anno il fatturato unico modo legale per crescere, contro chi sta facendo lo stadio, altro unico ed importante modo legale per crescere. E’ ora che la società Milan non commetta lo stesso errore che fece Adriano Galliani e inizi a prendere in considerazione e reprimere utilizzando tutta la sua potenza legale le fonti di malcontento che di fatto stanno incitando a non spendere soldi nella società in cambio di visualizzazioni per se stessi. Ovvero togliendo potenziali introiti al Milan in cambio di qualche soldo in più per loro dalle pubblicità.

E’ il momento di prendere ed emarginare questi secessionisti, questi avvelenatori di pozzi che si gasano ogni volta che veniamo messi dal quarto al sesto posto da chi ci mette sempre e a prescindere lì, pure nel 2020. E’ il momento di portare nella tifoseria quella cultura sportiva di supporto a prescindere che manca. Spero che la società riesca a riempire lo stadio con qualche fan in più e qualche tifoso in meno il prossimo anno – vorrà dire che la smetteremo, finalmente, di essere ostaggi di dinosauri incontentabili che ricattano con contestazioni una dietro l’altra e finalmente potremo fare quello step di crescita non solo a livello di fatturato ma anche a livello mentale.

Ad oggi, purtroppo, il primo ed il più grande problema del milan restano i suoi tifosi.