Destinazione Madrid: 3° puntata. Aspettando le semifinali…

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Terza puntata della rubrica sulla Champions, per questa volta curata da LPF. Vediamo un po’ come stanno le semifinaliste a una settimana dai match di andata. Madrid è sempre più vicina, ma lo è solo per due squadre.

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Bayern Monaco-Lione, ovvero la semifinale più incerta. I tedeschi ci arrivano dopo le due grandi rimonte, agli ottavi con la Fiorentina e ai quarti col Manchester. I francesi hanno eliminato il Real prima e il Bordeaux poi  abbastanza agevolemente, centrando per la prima volta la seminfinale di Champions. Confronto senza un padrone, si parte sostanzialmente da un 50% di possibilità a testa di arrivare a Madrid. Il Bayern ha più qualità, il Lione però ha il vantaggio di giocare il ritorno al Gerland, davanti ai suoi tifosi. Dovendo scommettere punterei sui bavaresi, sulla qualità di Robben e Ribery, già decisivi (più il primo per la verità) ad Old Trafford. E non nego che la mie personali simpatie vadano alla squadra di Van Gaal, il quale se dovesse centrare la finale, completerebbe una stagione iniziata malissimo ma proseguita alla grandissima. Puel invece punta sull’effetto sorpresa e sulla voglia di affermazione dei suoi giovani. Entrambe le squadre inseguono anche il titolo nazionale, ma l’Olympique dopo anni di scorpacciate potrebbe lasciar perdere il campionato e concentrarsi sulla coppa.

Precedenti: perfetto equilibrio tra le due squadre. 6 partite giocate, 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte. Ognuno di questi uno in casa e uno fuori. Il Lione non batte però il Bayern Monaco dal 5 Novembre 2003, quando vinse 2-1 all’Allianz Arena. Le due squadre si sono sempre incontrate nella fare a gironi. 7 i gol totali segnati dal Bayern al Lione, 9 quelli subiti.

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Inter-Barcellona, ovvero forza fisica contro il Calcio fatto a squadra. I pronostici (nonostante la scaramanzia) sono per i blaugrana, ma occhio perchè questo sembra davvero poter essere l’anno buono per i piangina in Europa. Andata a San Siro, ritorno nel fortino del Camp Nou. Anche da questo punto di vista il Barcellona può sorridere. Barcellona che però dovrà fare a meno del genio di Iniesta. Al suo posto Yaya Tourè o Keita, si perde molto in qualità, si acquista in quantità, dote importante contro il centrocampo tutto muscoli dell’inter. Osservato numero uno: Lionel Messi. Se gioca come sa, dovrebbe esserci poca storia. Attenzione però alle botte che riceverà, mi aspetto da Mourinho un catenaccio stile-Hiddink dello scorso anno. Forse è l’unico modo per fermare i marziani catalani, unito a un po’ di buona sorte che in questa Champions League all’inter sembra non mancare. Chi passa, mette le mani sulla Coppa. Inutile dire che è un’occasione che non capitava da anni ai nerazzurri. Ma dall’altra parte il Barça sarà ingolosito dalla possibilità di andare a giocarsi la finale in casa del nemico, al Bernabeu. Che vinca il migliore, se succede, siamo a posto.

Precedenti: Sono 4, i due di questa fase a gironi e i due della seconda fase a gironi del 2003. 2 vittorie Catalane al Camp Nou (2-0 e 3-0) e due pareggi a San Siro, entrambi per 0-0. Anche in questo caso semifinale inedita. 5 i gol segnati dal Barcellona all’Inter che invece ai Catalani non ha mai fatto un gol.

“Chi vusa pusè, la vaca l’è sua”

(chi urla di più ottiene la proprietà della mucca)

Nelle ultime settimane è successo tanto.

Il vistoso calo di rendimento dei nerazzurri, il recupero costante della Roma, la normale impotenza del Milan, De Sica nello spot televisivo che mette le mani sui seni della Belen, il mistero di Luxuria se ha fatto o meno l’intervento ai genitali, scoperto il gene dell’eccitazione sessuale femminile, Allegri esonerato dal Cagliari, stampato il primo libro erotico per non vedenti “Tactile Mind”, Olindo e Rosa che si proclamano innocenti, le tende ipossiche di Capello per i Nazionali Inglesi, l’auto di Silvio arrivata con 40 minuti di ritardo.
Mi fermo qui perché di carne al fuoco ce n’è tanta. E sono tutti fatti verificabili facilmente.
Ma potevamo farci mancare l’ultimo capitolo di Calciopoli? Gli ascolti nascosti delle telefonate scartate? La scoperta che i telefonini venivano usati da tutti? Che ognuno faceva il proprio gioco?

In molti, queste cose, le sospettavamo già da tempo. Ma non perché più bravi o intelligenti di altri, ma semplicemente perché il tendone del circo è uno solo. E Heidi con le caprette o Cenerentola, lì non possono avere dimora.
Oggi siamo costretti ad assistere alla replica dell’accusato che urla la sua voglia di vendetta verso tutto e tutti. In una vicenda squallida dove, peraltro, non ci sarà nessun vincitore. Tutti sono perdenti. E non importa scendere nei dettagli, battibeccare se “Collina” lo dice uno o l’altro. Il solo dire “ma metti dentro…” è perdente, “è una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…” è perdente. Tanto per riferirmi all’attualità.

Come tutta la storia e i suoi protagonisti. Presenti e passati, sia chiaro.
Ho talmente tanta nausea di questo extra time che, prepotentemente e svergognatamente, sta invadendo i discorsi e li devia da ciò che invece più mi interessa, ossia il calcio giocato, che faccio come il Varano di Komodo, libero per un paio d’ore all’Idroscalo: me ne sbatto il c***o! (Ornano, Zelig)
Presto o tardi finirà tutto, spero.

Chi si aggiudicherà la mucca? Non chiedetelo al Varano…..

Ora è ufficiale: Facchetti (almeno) come Meani

http://static.blogo.it/calcioblog/calcio_14_672458_resize.jpgGriglie pilotate, cene con i designatori, arbitri europei conosciuti in anticipo. No, non stiamo parlando di Moggi ma bensì dell’ex presidente degli ‘onesti’ Giacinto Facchetti. Gìà, è solo l’inizio ma a quanto pare nella cupola c’erano anche loro e non con un ruolo da comprimari.

Partiamo dalla prima telefonata. Siamo alla vigilia di Inter – Juventus 2-2 con la rimonta dell’Inter.

Facchetti: Senti, per domenica allora?
Bergamo: Senti, per domenica facciamo un gruppo di internazionali perché non vogliamo rischiare niente quindi sono lì e tutti e quattro possono fare la partita
F: Vabbeh, ma metti dentro (qualcosa)
B: Collina!…Ma tutti internazionali, Giacinto, così perlomeno non c’è discussione…perché c’è dentro…Collina, Paparesta, Bertini e c’è dentro Rodomonti.
F: Ho capito.
B: Sono tutti internazionali e abbiamo evitato che ci fossero troppi giovani, per esempio anche se Trefoloni sta facendo bene…però preferisco lasciarmelo al girone di ritorno…e poi non abbiamo altri sinceramente…Messina non mi dà garanzie
F: Perché, non è un first class adesso?
B: No…nella first class c’è momentaneamente, il posto suo lo prende Rosetti perchè ha delle aspettative, è giovane e sta facendo bene a livello internazionale.
F: Ho capito, vabeh, con Bertini abbiamo avuto qualche problemino
B: Con chi?
F: Con Bertini abbiamo avuto qualche problemino anche l’anno scorso là a Torino. Anche altre partite abbiamo avuto qualche problema con Bertini…
B: Semmai, sfortunatamente fosse così, ci parlo, perché anzi, semmai è meglio, ti devo dire, capito…
F: Non lo so, volevo dirtelo, qualche problema lo abbiamo avuto.

Come potete ben vedere questa è una richiesta di griglia in piena regola né più né meno di quelle che faceva il buon Luciano. Ovvio, poteva semplicemente chiedere che venisse messo il miglior arbitro del mondo nel sorteggio di una partita importante? No. Non poteva. Questo è già un illecito in piena regola. E ricordiamo che già Facchetti per quella partita passò da Mazzei per gli assistenti. Ma passiamo a quest’altra telefonata.

Facchetti: “Se tu chiami Moratti…son stato là anche ieri da lui …abbiamo parlato”.
Bergamo: “Io non ho più il suo numero, se tu me lo dai… infatti ricordi…ne avevamo parlato”.
Facchetti: “Sì dai perchè voleva…se passi di qui un giorno…”.
Bergamo: “Ma dov’è è a Forte?”
Facchetti: “In ufficio, no no a Milano se ti capita di venire giù perchè aveva là un regalino da darti“.
Bergamo: “Volevo sentirlo anche così anzi avevo piacere anche di incontrarlo, di incontrarvi, insomma per fare così qualche riflessione insieme”.
Facchetti: “E va bene”.
Bergamo: “È una situazione che vorrei proprio anch’io aiutarvi a raddrizzare…perchè insomma la squadra non merita la posizione che ha…”.
Facchetti: “Sono stati dodici pareggi incredibili…”.

A quanto pare non era il solo Facchetti a delinquere. Da buon presidente Moratti, infatti, sulla falsariga dei famosi Rolex regalati agli arbitri oltre alle cene elargiva regali ai designatori. Già, le cene. Proprio il colonnello Auricchio ha confermato che lo stesso Facchetti andò a cena con Bergamo. Nemmeno Moggi e Meani osarono tanto.

E se lo stesso giudice Casoria ha sbugiardato in aula il proprio PM dicendo che queste intercettazioni scartate gli sembrano penalmente rilevanti la sensazione è che ne vedremo delle belle. Anche se una domanda continua ad attanagliarci: perché queste intercettazioni non sono state passate alla FIGC nel 2006?

La revoca dello scudetto di cartone (cit. Cantamessa) a questo punto più che un obbligo è un dovere morale. Per il resto non c’è niente da fare. Con la prescrizione l’hanno fatta franca. La bomba è scoppiata. Ed è un’atomica.

Riformatori

Domenica avevo tracciato un progetto di riforma del campionato, che qui riporto fedelmente:

Serie A: Retrocedono le ultime 2. Dalla 15°alla 18° fanno un playoff con le prime 2 di B per i due posti rimanenti.

Serie B: Retrocedono 6 squadre

Serie C1: Promozioni bloccate. Niente play-out: dalla 13° in giù, retrocessione.

Serie C2: Promozioni bloccate. Retrocedono le ultime 4 di ogni girone, mentre le quintultime faranno un triangolare in cui solo la migliore tra esse si salverà. Restano (con le promozioni) 56 squadre con cui creare 4 gironi da 14 squadre.

Serie D: Salgono 4 squadre in un torneo tra le nove vincitrici. Poi se la vedono loro con l’Eccellenza e in giù.

La situazione vecchia: A 20, B 22, C1 2×18, C2 3×18 La situazione nuova: A16, B 20, C1 2×15, C2 4×14 (122 squadre professioniste contro le 132 di prima). Nota: i campionati iniziano ai primi di agosto.

Ora arriviamo alla parte succulenta: i playoff scudetto. Userei la formula belga: Play-off con quadrangolare di sola andata tra i primi quattro (PLAYOFF SCUDETTO), mentre dal 5° all’8° play-off per due posti in Europa League. Mentre l’ultima è retrocessa sicuramente, penultima e terzultima fanno un quadrangolare di sola andata, in cui i primi due resteranno (o saranno promossi) in serie A. Sia per i playoff scudetto che per quelli Europa League si parte con i punti dell’andata. Se tra il primo e il secondo (o nel caso dei playoff E.L., tra il sesto ed il settimo) ci sono più di 12 punti, i playoff non si svolgono. Si gioca anche a Natale e a Pasqua la domenica, mentre pausa nella settimana di Capodanno.

Nel progetto ho parlato di Champions ed Europa League. Ma…ripensandoci: vi ricordate i deliri di Galliani su di una Superlega Europea? Non sono poi così infondati. Sedici squadre, che ora vado ad elencare (la scelta è assolutamente personale):

Milan, Roma, Inter, Barça, Real Madrid, Manchester U,. Chelsea, Arsenal, Lione,  Bordeaux, Bayern, Monaco,  Porto, Zenit S. Pietroburgo, Celtic, PSV Eindhoven e Liverpool andrebbero a comporla.

Ogni anno con un unico girone all’italiana: per garantire un ricambio, le ultime sei sarebbero ogni anno sostituite dalle migliori dei campionati nazionali. Campionati a cui, è questa la novità, le squadre della Superlega non parteciperebbero: per le squadre dei campionati nazionali c’è comunque l’Europa League, che aumenterebbe in tal modo la sua importanza, avvicinandosi a quella della coppa UEFA negli anni in cui in Champions ci andavano solo i campioni nazionali.

Vi sembrerò un pazzo, forse un delirante, e forse lo sono. Si potrebbe più ortodossamente fare una normale Champions League, ma a girone unico e con 16 squadre. Voi, foste Blatter, Platini, Abete o chi per loro, cosa fareste?

Le pagelle di Milan-Catania

Dida 5.5 Il primo gol un grande portiere non lo avrebbe preso. Ma lui non è un grande portiere, lo sappiamo bene.
Abate 5.5 Arruffone, gioca con grinta e scende spesso sulla fascia. Deve migliorare tantissimo, ma le alternative in quel ruolo sono peggiori di lui.
Thiago Silva 6.5 Sul primo gol, se fosse salito di qualche passo, probabilmente Maxi Lopez sarebbe stato in fuorigioco. Ma è un dettaglio, se non ci fosse lui avremmo una decina di punti in meno.
Favalli 5 Ennesima partita da titolare. Prima, al posto suo, c’era Nesta. Una discreta differenza.
Flamini 6 Disordinato, ma lotta come un leone.
Antonini 5.5 Non impeccabile sul secondo gol, meno brillante del solito.
Pirlo 4 Il peggiore. Perde tanti palloni e sbaglia parecchi passaggi. In pratica sta perdendo le due caratteristiche che lo hanno reso (fino a 2 anni fa) il regista più forte del mondo.
Ambrosini 6 L’ultimo a mollare, gioca discretamente anche in un ruolo non suo.
Seedorf 5 Ogni tanto tira fuori qualche giocata buona, ma rallenta sempre l’azione.
Mancini 5 Inguardabile, in tutti i sensi.
Huntelaar 5 Non gioca nel suo ruolo, cerca di adattarsi ma non potrà mai essere un attaccante esterno.
Inzaghi 6 Il solito SuperPippo. Ci mette l’anima, crea subbuglio nella retroguardia avversaria.
Borriello 7 Primo tempo pessimo, nella ripresa fa due gol comunque importanti.
Ronaldhino 6.5 Alcuni lo hanno criticato perchè non è stato super, come lo è quasi sempre. Ma comunque è l’unico che accende la luce nel gioco rossonero.

Dieci minuti non bastano

Quando entri nel periodo chiave della stagione e non vinci in casa contro Napoli, Lazio e Catania, conoscendo già il risultato dell’inter, c’è qualcosa che non va. Mi lamentavo stamattina dell’atteggiamento un po’ remissivo che ho visto ultimamente nella squadra e in Leonardo. Lo stesso atteggiamento lo si è ritrovato in campo nel primo tempo. Il Catania ci ha dominati in lungo e in largo, noi non siamo stati capaci di mettere insieme un’azione decente che sia una. Ci siamo svegliati, o almeno abbiamo provato a farlo negli ultimi cinque minuti della prima frazione, giusto in tempo per aprirci in due e concedere il più classico dei gol in contropiede. Un gol che alla fine pesa come un macigno.

Il secondo tempo parte sotto “buoni auspici”. Ma dopo il gol di Borriello ci spegnamo di nuovo, tutta la foga si esaurisce in quei cinque minuti. L’ingresso di Pippo Inzaghi scuote un po’ l’attacco, fino a quel momento rimasto aggrappato al solo Ronaldinho, ben picchiato da Alvarez. Pareggiamo con un bel gol di Borriello, ci sono ancora una decina di minuti, ma le gambe non girano, la mente è annebbiata e ancora una volta dobbiamo “accontentarci” di un misero punticino.

Male tutti nel primo tempo, ad eccezione di Ronaldinho. Menzione particolare per il solito Dida che si accascia con reattività zero sul primo gol e che poteva uscire in occasione del secondo. Malissimo anche Pirlo e in grossa difficoltà pure Ambrosini. Borriello e Huntelaar non si vedono, Seedorf pasticcia. Nel secondo tempo i ragazzi ci mettono cuore, ma non basta. Buona prova di Abate, costante in fase di spinta (purtroppo azzecca un cross su dieci), bravo e spietato Borriello, generosi Dinho e Thiago Silva. Peggiore in campo: Orsato di Schio, non per episodi particolari (non ho visto rigori clamorosi), ma per una conduzione di gara risultata nel complesso molto fastidiosa.

Non bastano dieci minuti di assalto, finisce qua (e stavolta definitivamente) il sogno scudetto. Da adesso sarà durissima, sotto il piano delle motivazioni gli avversari che ci attendono sono molto più carichi. E’ stato bello finchè è durato, sappiamo cosa ci è mancato: qualche riserva, un pizzico di fortuna e la determinazione nelle ultime partite. Teniamo duro in queste ultime cinque giornate, non roviniamo quanto di (molto) buono è stato sin qui fatto.

Nel frattempo salutiamo la nuova capolista. Sperando che regga. Daje maggica!

Inizia il rush finale

E fu così che zitti-zitti senza mai credere allo scudetto ci capitò un’altra occasione per avvicinare i cugini e la vetta. Tre squadre nello spazio di pochissimi punti, con ancora cinque partite da giocare dopo quella di oggi, eppure di queste tre squadre solo due credono allo scudetto. Può sembrare un paradosso, ma è così. I motivi li sappiamo bene tutti: rosa corta e priva di elementi fondamentali, calendario tostissimo che prevede dopo il Catania cinque scontri contro squadre in piena lotta per l’Europa, tre dei quali da giocare in trasferta.

Perchè noi no e la Roma sì? Perchè la Roma sta bene e non parlo solo della condizione fisica. Vive giorni di grande trasporto emotivo, i tifosi riconoscono il campionato strepitoso dei giallorossi dall’arrivo di Ranieri e si fanno sentire. Erano in 15.000 domenica a Bari, ci sarà quasi il tutto esaurito oggi all’Olimpico. Noi invece…stadio sempre mezzo vuoto (che magari si permette anche di fischiare dopo partite in cui la squadra ci mette tutto, si veda la gara con la Lazio), stagione ottima che facciamo passare sotto-traccia senza parlarne più di tanto e tante critiche. In certi momenti ci si può far forza a vicenda, squadra e ambiente, si vede che a noi  non interessa. L’importante è avere sempre qualche motivo per criticare. Troppo comodo.

Delle sei restanti partite, abbiamo detto che quella di oggi è la più facile, non conta altro che la vittoria. Per mettere ancor più al sicuro il terzo posto, per restare in zona scudetto e ragionare di partita in partita, per noi e basta.

La formazione dovrebbe essere quella di Cagliari, ancora Dida in porta, ballottaggio Abate-Zambrotta sulla destra e tridente Huntelaar-Borriello-Dinho. Direi la migliore che si possa schierare in questo periodo, in attesa dei rientri di Bonera, Nesta e Pato quando (e se) ci saranno.

Nel frattempo dobbiamo stringere i denti, firmo per un’altra vittoria come quella di Cagliari. Brutta? Chissenefrega. Siamo i più lenti del gruppetto, ma se gli altri scivolano e noi non ne approfittiamo (ed è già successo) i rimpianti aumenterebbero a dismisura. Non ci credo, ma non ce la faccio a non sperare. Ovviamente, nonostante tutto questo, Forza Roma, sémper…

Le cose cambiano…

http://www.puntosportivo.it/public/moratti_al_telefono.jpg“Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai state telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti”
Giuseppe Narducci (26 ottobre 2008)

Bergamo: «Presidente Moratti sono Bergamo».

Moratti: «Volevo chiamarla io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (l’arbitro Bertini che diresse Inter-Samp, ndr). L’ho detto a loro alla fine guar date proprio bravi perché era gia due volte… bravi a beccarli co me cazzo fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio».

Quanto accaduto continua a svilupparsi sempre più. Il clima sembra lo stesso del 2006. Questa volta però è in realtà un vero e proprio supplemento di indagine. C’è chi nonostante tutto continua a prosciuttarsi gli occhi senza vergogna. La realtà è sempre più chiara. C’era sì una cupola che controllava il calcio italiano ed era quella della triade Juventina, ma le squadre a difendersi non erano solamente Milan, Lazio e Fiorentina.

Chissà cosa sarebbe successo infatti se queste telefonate fossero uscite 4 anni fa, oppure prima della scadenza della prescrizione del reato (che guarda caso è stata abbassata proprio dopo il processo calciopoli), visto che proprio la società Milan ha dovuto subire 38 punti di penalizzazione senza nemmeno avere la presenza di una chiamata dirigente- designatore ma solamente per il “comportamento deprecabile, ma non penetrante” di Adriano Galliani.

Ma c’è di più. Se evidentemente queste telefonate vengono fuori solo adesso, è perché qualcuno in federazione ha coperto la società nerazzurra. Si spiegherebbero così, inoltre, le frequenti sviste arbitrali a favore dell’Inter nelle ultime due stagioni. E’ su questo che bisogna saperne di più. Cosa è successo veramente nel 2006? Perché le telefonate dell’Inter sono state scartate visto che il contenuto era lo stesso di quello delle altre squadre? Che ruolo ha in tutto questo Guido Rossi?

Su una cosa non c’è dubbio, ci vuole una parità di trattamento tra Milan e Inter. Alla federazione la scelta:

1) Tutti colpevoli: revoca all’Inter dello scudetto 2005/06, penalizzazione di 30 punti nel campionato 2009/10 e di 8 punti nel campionato 2010/11

2) Tutti innocenti: revoca della penalizzazione di 30 punti al Milan nel campionato 2005/06 e conseguente assegnazione del titolo, più un cospicuo risarcimento per la penalizzazione nel campionato 2006/07 e il danno d’immagine procurato, nonché i danni materiali per non aver potuto fare mercato.

Da notare inoltre come stia cambiando l’atteggiamento dei dirigenti perdazzurri. Se prima non telefonavano, poi le telefonate sono diventate “non penalmente rilevanti” e ora non ne vogliono parlare proprio, se non la minaccia di Moratti che definisce ‘antipatico’ il perdere lo scudo di Cartone (ci ha lavorato tanto sottogamba per ottenerlo, dopotutto lo comprendiamo anche). La sensazione è che il grosso del marcio debba ancora essere scoperto.

Concludiamo con una chicchetta: Eto’o non è stato ceduto dal Barça all’Inter. E’ in prestito, e poi firmerà un nuovo contratto al termine dello stesso con il Barcellona. Tutto questo per risparmiare la commissione del 15% che il giocatore avrebbe dovuto incassare in caso di cessione. Il giocatore dovrebbe quindi essere a tutti gli effetti svincolato dal 1° Marzo 2010. In questa sede si chiede alla FIGC di vigilare se il giocatore ha già firmato un contratto con l’Inter per la prossima stagione prima di tale data, in quanto illegale secondo tutte le norme federali. Se ad Appiano fanno i furbi, non facciano gli altri fessi.

Storie di calcio: Napoli-Milan 2-3

Primo maggio 1988. Erano gli albori del Milan di Sacchi, una squadra che fino a quel momento aveva fatto benino, non benissimo. Eliminata nei sedicesimi di finale di Coppa Uefa dall’Espanyol, fuori dalla Coppa Italia agli ottavi di finale per merito dell’Ascoli.

Eppure in campionato si arrivò a quello scontro con tutto ancora in gioco, con il Milan in ritardo di un solo punto rispetto agli azzurri primi in classifica. Già l’andata (4 a 1 per i rossoneri al San Siro) aveva dato un segnale forte, ma al San Paolo sarebbe stata tutta un’altra cosa. O almeno così credevano tutti.

Al 36′ Virdis porta in vantaggio il Milan con un gol di rapina come solo lui sapeva farli, Maradona pareggia nel recupero del primo tempo con una punizione delle sue.
Nella ripresa entra Van Basten, che ancora non era riuscito a far vedere tutto il suo valore a causa di un brutto infortunio che lo aveva fermato per parecchi mesi, e il Milan si trasforma in un rullo compressore. Pressa il Napoli dall’inizio alla fine e si porta sul 3 a 1 grazie al raddoppio di Virdis (che con un’incornata capitalizza un perfetto cross dalla destra di Gullit), e proprio al gol di Van Basten, che appoggia in rete da pochi passi dopo una galoppata di quaranta metri di uno strepitoso Gullit. La rete di Careca serve solo per dare un’inutile speranza ai partenopei, che non riusciranno più a raddrizzare il risultato.

Grazie a quella partita ci fu il sorpasso, e il Milan qualche settimana dopo vinse il primo scudetto dell’era Berlusconi. La soddisfazione più grande per Arrigo Sacchi fu quella di vedere tutto il San Paolo applaudire in modo convinto il Milan, che aveva giocato una gara davvro magnifica.

Da segnalare le provocazioni di Maradona, che alla vigilia della super sfida affermò di non voler vedere bandiere rossonere al San Paolo. La risposta dei tifosi milanisti fu fantastica: un treno speciale pieno di bandiere rossonere, che da Milano portò i supporter del Milan direttamente a Napoli.

NAPOLI vs MILAN 2-3
Reti: 36′ Virdis, 45′ Maradona, 68′ Virdis, 76′ Van Basten, 78′ Careca

NAPOLI: Garella, Bruscolotti (73′ Carnevale I), Ferrara, Francini, Bigliardi, Renica, Careca, De Napoli, Bagni (56′ Giordano), Maradona, Romano – All.: O. Bianchi
MILAN: G. Galli, Tassotti, P. Maldini, An. Colombo, F. Galli, Baresi II, Donadoni (46′ Van Basten), Ancelotti, Virdis (82′ Massaro), Gullit, Evani – All.: Sacchi
Arbitro: Lo Bello

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Destinazione Madrid. 2° Puntata: Florentino, saluti da Arjen e Wesley

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CSKA Mosca – Inter 0-1


Decide Snejider. Ma non chiamatela Impresa. Il CSKA ha dimostrato anche in questa partita che basta un po’ di fortuna per arrivare nei quarti. Una squadra impresentabile, che non è riuscita mai a imporre il proprio gioco, giocando a ritmi bassi e spedendo l’Inter a nozze. Ce l’avevano pompata all’inverosimile, ci avevano persino fatto passare il giapponesino Honda come un fenomeno senza farci notare che le punizioni tutte in tribuna le so tirare anche io. Inter che riesce a fare il compitino, il proprio dovere niente di più. Non chiamatela impresa. A meno che non sia considerata tale tornare in semifinale dopo 7 anni di astinenza

Barcellona – Arsenal 4-1


Come all’andata per ritmo e qualità di gioco si conferma tutta un’altra partita rispetto a quella della seconda squadra di Milano. Si era illusa l’Arsenal con Bentder. Si era illusa di poter battere un Barça senza Puyol, Piqué, Iniesta ed Ibrahimovich. Sono bastati i soliti due marziani Xavi e Messi. In particolare il secondo che ne ha messi quattro, entrando in quella stretta elité di grandissimi campioni (a parte Simone Inzaghi) ad aver segnato 4 gol in una gara di Champions League. Barcellona in semifinale come da pronostico e favoritissima per la vittoria finale. Come li fermi questi? Temo per le incolumità delle loro caviglie in semifinale.

Bordeaux – Lione 1-0


Ce la fa. Per la prima volta nella sua storia il Lione passa i quarti di finale eliminando i campioni di Francia in carica. Partita non bellissima ma che il Lione riesce a portare a casa attaccando nel primo tempo e riuscendo a contenere il passivo nel secondo. Partita che a un tratto si è anche rivelata nervosa (graziato due volte Cissocho) ma che alla fine regala al Lione la possibilità consistente di andare a Madrid. E attenzione a Lisandro Lopez. L’anno prossimo lo troveremo in qualche big europea ‘furba’.

Manchester United – Bayern Monaco 3-2

Era forse la partita più interessante dei quarti. E l’ha spuntata il Bayern. Anzi l’ha spuntata ancora una volta Robben, come a Firenze, con un suo grandissimo gol (a proposito, Bitcha insignito del premio Massimo Mauro 2010). Sembrava dovesse fare peggio di noi il Bayern, sotto 3-0 al 40′. La differenza tra noi e i tedeschi però è che come noi loro non hanno mai mollato ma senza stravolgere la loro formazione. Come invece ha fatto Ferguson. E’ vero, Rooney non era al 100%, ma tirandolo fuori è stato dato il pallino della partita al Bayern. L’espulsione di Rafael ha fatto il resto. Lo United non veniva eliminato ad Old Trafford dal 2003/04. E di solito chi lo batte alza la coppa. E pensare che a Novembre questo Bayern era una squadra considerata in crisi… ora ha la grande occasione. Col Lione sono 50%-50%.

La banda degli onesti

Le recenti intercettazioni (che sono uscite, guarda caso, a processi praticamente chiusi) gettano un ombra strana su tutto ciò che è venuto alla luce nel 2006.

Ricordo bene quei giorni: proprio a Bari si svolse l’ultimo atto dell’era Moggi: volevo andare a vederla (sapete, col Bari che languiva nei bassifondi della B la prospettiva di vedere grandi squadre al S. Nicola era ben lontana): non ci riuscii. Poi i giorni dopo, e l’inferno travolse il mondo del pallone. Queste rivelazioni sembravano quasi bestemmie contro il sistema: dopo la Juve, anche il mio Milan venne invischiato nella faccenda: e il volto pallido dei miei amici interisti riprese colore.

Ora avevano il marchio degli onesti! Altro che quelle squadrette – dicevano –  i migliori d’Italia siamo sempre stati noi. E, imbaldanziti , ci guardavano precipitare nel baratro, che prove pesanti come macigni avevano creato. Hanno vinto questi scudetti, fino ad oggi. Giusto per chiarirci, un piccolo riepilogo (escluso ovviamente lo scudetto di cartone che hanno avuto il coraggio di festeggiare ad agosto: del resto, di scudetti d’agosto, nell’era Moratti, ne hanno vinti tanti.):

2007 – Praticamente nessun avversario: Roma “work in progress” , Juve in B e Milan concentrato sulla Champions (grazie alla quale – Ambrosini docet –  hanno ancora un bruciore nelle parti basse)

2008 – Avevo già preparato lo striscione per lo scudetto giallorosso e – senza Ibrahimovic – e mò, cari Perdazzurri, non venitemi a dire che senza Calciopoli sarebbe venuto – l’avrei potuto esporre.

2009 – Il solito fattore M. Lo Special Uan , tra una moltiplicazione di pani ed una trasfigurazione nel deserto, è riuscito persino a vincere in maniera decente con l’Inter.

Sapete una cosa? Il basket sembrava davvero copiare il calcio. Anche là c’è una dominatrice (la MPS) e anche qua è uscito qualche cosa. E’ ormai vecchia da mesi la storia degli ottavi contro la Fortitudo di due anni fa e di arbitri, per fare un eufemismo, compiacenti.

Devo dire, tutti i nodi stanno venendo al pettine: E svaniscono quattro anni di aria fritta e di dichiarazioni di onestà intellettuale e sportiva da parte loro. Il sistema coinvolge anche Facchetti, che (dicono le intercettazioni, non le congetture di Tuttosport o Forza Milan) avrebbe fatto pressioni a Bergamo per arbitri favorevoli in una sfida contro la Samp.

Tanti tifosi dei Rosiconi F.C. (Fan Cagare) si sono arrabbiati sostenendo che così “infanghiamo la memoria di un grande”. Che Facchetti sia stato un grande in campo (hmm… di quella “grande” Inter mi sono già occupato su questo blog)  e nella vita, su questo non si può discutere, ma la tendenza di  perdonare in morte tutto ciò fatto prima di spirare…Non a caso, ogni volta che al tg danno la notizia di qualche morto, dicono sempre: “Era un così brav’uomo“. Ciò mi fa letteralmente schifo. Sono un tipo ben più schietto (e meno ingenuo, ci tengo ad aggiungere) di quanto possa sembrare. Ricordiamo (anche se qua ci vorrebbe Ghost), che i tifosi interisti sono chiamati “Bauscia”, il termine in milanese è sinonimo di “persona altezzosa con la puzza sotto il naso”. In pratica il jet-set dei salotti, quello dell’ipocrisia fatta life-style. Permettetemelo… preferisco la verità.

Giusto per dire, comunque: Facchetti era presidente onorario, mentre  il tanto vituperato, quasi insultato, Meani era, nell’organigramma societario della prima squadra di Milano, l’addetto agli arbitri. Ha certo un po’ esagerato, il Meani; ma, devo dire, un addetto agli arbitri che non fa quello per cui è pagato è come uno stalliere, in una lussuosa villa, che non si occupa di cavalli (ogni riferimento a fatti, cose o persone è puramente casuale).

Ma tanto, ricollegandoci al discorso dell’ipocrisia, è difficile nascondere la palese verità: cose come quella che è uscita fuori quattro anni fa, si sono sempre fatte, si fanno e si faranno ancora. Le grandi non perdono certo il loro predominio in tutto ciò che circonda il dio pallone. E quando qualcuno ha cercato di inserirsi in questo gotha, ha dovuto piegarsi a quei mezzucci, venendo buttato fuori a calci nel sedere: non è che Moratti sia un onestone in confronto ai “mariuoli” Tanzi e Cragnotti. Le grandi si spartiscono i ricavi lasciando le magagne ai piccoli pesci. Non nascondiamoci dietro ad una capocchia di spillo.

Se non fosse chiaro: l’idea di Vieri di togliere lo scudo 2006 all’Inter mi sembra una gran panzana. Penso che nemmeno i tifosi della Roma lo vogliano: chiunque ha più stile degli onestoni. Tanto quello scudetto vale solo negli albi d’oro. Negli annali delle magie, delle emozioni, di tutto quello che il calcio ci dà, resterà solo una paginetta nera. A meno che non si voglia fare scaramanzia: un’altra estate a discutere, così l’Italia vince il Mondiale…ma si chiama scaramanzia quella, non “miracoli.

APPENDICE -1-

Se la Gazzetta dello Sport continua a chiamarla Moggiopoli…non ci siamo proprio. Moggi è stato il più affamato dei topolini, al punto da prendere il succulento pezzo di formaggio che stava in mezzo alla tagliola.

APPENDICE -2-

Giusto per ricollegarmi, ieri a RePLAY (Rai 3): “Non vi facciamo sentire l’intercettazione del 9-1-2005 in onore alla memoria di Facchetti”. Ditemi: è informazione questa?

E Leo ha le valigie pronte…

E’ da un po’ di giorni che girano voci poco rassicuranti sul futuro di Leo. E se girano delle voci è perchè qualcosa sotto sotto c’è. Succede poi che Leo nel dopo Cagliari mette il proprio futuro nelle mani di Dio, il che tradotto dal brasiliano suona come “o cambiano le cose, o me ne vado”, come già capitò per Kakà.

Leo se ne andrà, dunque. Dove? In Brasile, a preparare i mondiali del 2014. So che alcuni di voi hanno storto il naso, che non tutti credono che voglia rischiare di bruciarsi in un’esperienza del genere, che il mister è intelligente e sa di avere poca esperienza eccetera eccetera.

Ma insomma…guardiamola da un’altra prospettiva, dalla prospettiva di un allenatore brasiliano, a cui viene proposta la panchina della Seleçao (ed eventualemente incarichi manageriali per il progetto-mondiale) per portarla a giocare in casa, nella nazione dove il calcio è religione e la religione veglia sul calcio, i Mondiali che mancano dal 1950…64 anni che il Brasile attende di vendicare quella sorta di disastro sportivo e nazionale. Un’occasione unica.

L’esperienza? Avrà quattro anni per farsela, d’altronde laggiù non è la cosa più importante. Gli stessi Dunga e Maradona a curriculum non sono messi molto meglio… Il calcio di Leonardo è il genere di calcio divertente, spensierato, offensivo che i brasiliani ricercano sempre, ancor prima della vittoria.

Qui da noi, ha ottenuto risultati positivi senza ombra di dubbio, arrangiandosi con Zambrotta, Favalli, Jankulovski e compagnia, là il barile da cui attingere è praticamente senza fondo. I campioni affermati, quelli sul viale del tramonto che faranno di tutto per esserci un’ultima volta nel mondiale carioca, i giovani talenti che  potrà scoprire nei 4 anni di preparazione.

Siete ancora convinti che dovrebbe (o potrebbe) rifiutare? Secondo me, perdere questo treno per rimanere invischiato in lotte per il terzo posto (se va bene…) è roba da pazzi e non considerandolo un pazzo credo che alla fine farà la scelta giusta.

Mettendo in difficoltà noi, ma questo è un altro discorso, ora non abbiamo gli elementi per discuterne.

A che serve la qualificazione in Champions?

Siamo a + 12 dalla quarta. A sei giornate dalla fine significa che a meno di suicidi clamorosi siamo qualificati direttamente alla Champions League della prossima stagione. Come sapete io da mesi affermo che l’obiettivo poteva essere solo questo, che non si poteva pensare ad altro. E in effetti, a dispetto della distanza esigua dalla capolista, siamo di fatto virtualmente fuori dalla lotta-scudetto, e abbiamo già parlato dei motivi in queste ultime settimane.

Ora che il traguardo è stato raggiunto, però, mi chiedo: ma a che serve qualificarsi in Champions League? Nel senso che se è solo per vedermi un paio di partite di coppa, non me ne frega niente. La Champions, si dice, porta soldi, e anche tanti. E quindi qualificarsi a questa competizione dovrebbe garantire una campagna acquisti degna del Milan, la prossima estate. Invece l’unico acquisto, per ora, è Yepes, e non si parla di altri movimenti. Se il livello è questo allora meglio non farla proprio la Champions, perchè finiremo per prendere quattro pappine come a Manchester, o peggio ancora a farci dare lezioni di calcio dallo Zurigo.

Ieri si stava a discutere sul fatto che certi giocatori che ho consigliato in questo periodo non sembrano essere da Milan. Può essere, non sto qua a discutere se Astori diventerà un campione, se Marchetti è il migliore dopo Buffon o se Poli diventerà un centrocampista di livello mondiale. Ognuno la pensa come vuole e giudica un calciatore secondo le prorpie idee, e si prende le responsabilità a seconda di quello che si dimostreranno questi ragazzini fra 2-3 anni.

Il punto, piuttosto, è che ormai si ragiona come una squadra provinciale. Io gioco a fare il mercato del Milan e propongo campagne acquisti che mi accorgo essere videntemente di basso livello. Perchè Marchetti, Astori e Poli sono semplicemente tre ragazzi promettenti, niente di più, e non mi sognerei mai di dire che grazie a loro il Milan tornerà a essere una grande squadra. Non l’ho mai scritto e ovviamente mai pensato.
Fosse per me il terzino da comprare dovrebbe essere Lahm, il difensore centrale Vidic, i centrocampisti De Rossi ed Essien, l’attaccante esterno da prendere subito Robben.
Ma la società sta dimostrando di non avere i soldi per potersi permettere neanche uno di questi giocatori che ho citato.

Ecco cos’è accaduto: noi milanisti (la maggior parte) non riusciamo più a sognare in grande. Penso che al di là degli scarsi risultati del Milan in queste ultime stagioni, la prova più evidente del fatto che la nostra squadra del cuore sta crollando sia proprio questa.

Notizie dal mondo – 4° puntata

http://www.gazzetta.it/Media/Foto/2007/06/19/moratti--346x212.jpgIntercettazioni di Moratti: sconcerto del presidente dell’Inter. Ha subito telefonato a Tronchetti.

Intercettazioni /2: ma l’Inter era così scarsa che doveva  telefonare per arrivare terza?

Intercettazioni /3: c’è chi chiedeva più attenzione per i guardalinee… mica che ci capitavano quelli che fanno l’occhiolino

Vieri fa ricorso per revocare all’Inter lo scudetto. E’ solo geloso perché a lui non hanno mai telefonato.

Ancelotti espugna anche Old Trafford. Il Chelsea si conferma imbattibile negli scontri con le big e fragile con le piccole. Magari agli ottavi di Champions avessero pescato una big!

Allegri conferma il suo calcio Champagne: è talmente offensivo che segna in entrambe le porte.

Simpatico evento per Favalli durante Cagliari – Milan. E’ diventato bisnonno

Formula 1: Ferrari entrambe fuori nel Q1. Colajanni smentisce: non è tornato Luca Badoer

Evidenti problemi per il Bologna. Sapevamo fosse messo così male, ma non così tanto da far segnare due gol a Thiago Motta.

Il Bari si lamenta dell’arbitraggio: a loro non è stato concesso di segnare alla Roma con tre uomini in fuorigioco

Mancini espugna 6-1 il campo del Burnley. Dopo essersi fatti eliminare anche dalla coppa del nonno (pardon, granfather’s cup) queste sì che sono soddisfazioni.

Continuano gli infortuni a Milanello. Si sono rotti anche i medici di Milanlab. Le palle.

Ma possiamo chiamarli medici?

Il 2-2 del Cagliari è stato viziato da un errore di Pirlo. La cosiddetta Pirlata.

E oggi è pasqua. Sebastian Giovinco specifica in una nota che la sua testa non è un uovo di pasqua. E nemmeno un ovetto kinder.

Champions League: Balotelli torna sulla partita dell’Inter. “Siamo tristi per questa sconfitta, ma possiamo recuperare a Mosca

Champions /2: Lippi: “Il CSKA non rappresenta il calcio russo

Champions /3: Dato il passaggio dell’inter ai quarti e l’antico proverbio che l’Inter passa gli ottavi di Champions ad ogni morte di Papa, papa Benedetto XVI starebbe pensando alle dimissioni per evitare la maledizione.

Damiano Cunego ha appena terminato la Milano – Sanremo

Fiorentina. Prandelli: “ho detto ai miei ragazzi che spero di non fare l’Europa league l’anno prossimo, ma ci sto ripensando

Pasqua ad Appiano: domani Mourinho finalmente ascenderà al cielo.

Udinese fuori dalla lotta salvezza. Che culo giocare con la Juve eh?

Intercettazioni /4: caro Moratti, almeno Moggi le SIM svizzere le sapeva usare.

BUONA PASQUA A TUTTI

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Finalmente la vittoria!

Girandola di emozioni al Sant’Elia, soprattutto nel primo tempo. Mettiamola così: è stata una partita di quelle che Maurizio Mosca pronosticava spesso col suo pendolino. Ciao Maurizio.

La partita. Torniamo al modulo 4-2-fantasia e torniamo a creare parecchie occasioni, anche se bisogna ammettere che la difesa del Cagliari è stata a tratti inguardabile. Lo è stata anche la nostra per la verità e così nella prima mezzora sono fioccati i gol. Dapprima Borriello che crea e finalizza l’assist di Seedorf. Al pareggio di Ragatzu risponde subito Klaas Jan Huntelaar che si vede poco, ma poi tira fuori giocate come queste, che in fondo ti fanno pensare che se messo in condizioni ottimali può essere un grande attaccante. Nuovo pareggio, ci purga Matri in contropiede e pochi minuti dopo Astori la infila nella sua porta, complice un intervento sbagliato di Marchetti. Fino al 45′ è un susseguirsi di occasioni, con Antonini e Borriello che sciupano un paio di palle per il quarto gol e Favalli che prima crea un casino, ma poi risolve salvando su Cossu.

Il secondo tempo si gioca su ritmi più bassi, è il Cagliari a rendersi più pericoloso e probabilmente a meritare un pareggio che non arriva. Non arriva grazie ad Antonini che si immola su una conclusione da due passi di Cossu e grazie a uno straordinario intervento di Dida.

Difficile trovare un migliore in campo, oggi si sono visti tanti errori. Di certo il primo tempo di Borriello è molto buono, se fosse arrivato un secondo gol sarebbe stato ottimo. Mi è piaciuto anche Seedorf, più di Ronaldinho, cresciuto nella ripresa, ma troppo impreciso. Pirlo e Ambrosini vanno in affanno e lasciano scoperta una difesa in cui stranamente Thiago Silva è sottotono. Buona prova di Antonini e promosso a piedi voti Dida che salva il risultato nel finale.

Dopo tre partite torniamo dunque alla vittoria, l’obiettivo della Champions è sempre più vicino, i tre punti di oggi danno morale in una situazione che nelle ultime settimane non si era fatta per niente facile. Per il resto si continua a tifare Roma.

Conclusione su Carlo Ancelotti che col suo Chelsea espugna l’Old Trafford e si riporta in testa alla Premier. Non vorrei sbagliare, ma mi pare che siamo sul 6-2 per Carletto nei confronti di Sir Alex. Mica male.

Vincere

http://static.blogo.it/calcioblog/cagliari-milan-1-2/ap071125012030.jpgOggi l’imperativo è vincere. Ma non, come purtroppo ancora sperano alcuni illusi, per rimanere agganciati al treno scudetto (un treno che abbiamo perso già da un bel po’), ma piuttosto per tenere a distanza di sicurezza le squadre dietro di noi, che com’era prevedibile ci stanno rosicchiando qualche punticino giornata dopo giornata, anche se la distanza è ancora tanta fra noi e loro.
Gli infortunati continuano a essere tanti, anche se rispetto alla totale emergenza di domenica scorsa rientrano Pirlo e Ronaldinho, che dovrebbero garantire un po’ più di qualità a una squadra in netto calo di testa e di condizione.
Ecco la lista degli indisponibili per la giornata di oggi: Abbiati, Bonera, Jankulovski, Nesta, Onyewu, Beckham, Adiyiah, Inzaghi, Mancini e Pato, ai quali va aggiunto Flamini, squalificato.

Io non so più con chi prendermela per questa situazione, voi avete qualche idea?

LE PROBABILI FORMAZIONI DI CAGLIARI – MILAN:

Serie A  32a giornata: il turno di Pasqua su SKY,  Mediaset Premium, DahliaCAGLIARI (4-3-1-2): 22 Marchetti , 15 Marzoratti , 21 Canini , 3 Astori , 31 Agostini , 4 Dessena , 5 Conti , 10 Lazzari , 7 Cossu , 32 Matri , 30 Ragatzu (24 Lupatelli , 14 Pisano , 8 Biondini , 6 Lopez , 20 Barone , 23 Larrivey , 27 Jeda) All. Allegri

Serie A 32a giornata: il turno di Pasqua su SKY,  Mediaset Premium, DahliaMILAN (4-2-1-3): 1 Dida , 20 Abate, 33 Thiago Silva , 19 Favalli , 77 Antonini , 21 Pirlo , 23 Ambrosini , 10 Seedorf , Ronaldinho, 22 Borriello, 11 Huntelaar (31 Roma , 4 Kaladze , 44 Oddo , 15 Zambrotta , 53 Strasser , 8 Gattuso, 17 Zigoni)

Dov’è la lealtà sportiva?

Moratti: E’ andata abbastanza bene fino adesso, non c’è stata polemica o casini…
Bergamo: Per fortuna sì, ma si può e si deve fare meglio…
Moratti: Senta, io ci tenevo ad incontrarLa…
Bergamo: Anch’io, perché ci tenevo per farLe una confidenza…
Moratti: Quando Lei aveva un minuto quando passa da Milano…
Bergamo: Lei verrà a Livorno a vedere la gara o la vedrà come?
Moratti: Non lo so, io evito sempre di venire fuori casa…
Bergamo: La settimana successiva…
Moratti: Io sono qua, io sono da quelle parti a Forte eh… sentiamoci un giorno prima del Livorno, se lei ci ha tempo, o due giorni prima…
Bergamo: Ci mancherebbe… io sono a Coverciano che riuniamo gli arbitri…
Moratti: Se vengo su, Lei mi dice ci troviamo qui o…

Bergamo: Presidente Moratti sono Bergamo..
Moratti: Volevo chiamarLa io per dirle che poi ho visto anche stò ragazzo (Bertini) che si è comportato benissimo durante la partita che poteva finire in un pestaggio ben grave…
Bergamo: Era diventata la più difficile Inter-Sampdoria, hanno lavorato bene anche gli assistenti…
Moratti: L’ho detto a loro alla fine, guardate proprio bravi, perché era già due volte… bravi a beccarli, come cazzo fate voi a beccarli… mi hanno strizzato l’occhio…
Bergamo: Vediamo di fare dieci risultati partite utili di fila, eh!
Moratti: Pensavo di chiamarLa ieri sera perché poi sono andato dal ragazzo (Bertini); dopo che sono andato dal ragazzo, che si è comportato benissimo, io pensavo poi che era domenica e riceve sempre le telefonate di chi è contento e di chi non è contento…

A pensare a certi smoking bianchi, oggi, viene anche da sorridere.

http://sportemotori.blogosfere.it/images/marcomatrixsmoking.jpg

#Update ore 17.22

MILANO, 2 aprile – L’ex giocatore dell’Inter Christian Vieri ha chiesto alla Procura federale della Figc la revoca dello scudetto 2005-2006 della società nerazzurra e l’interdizione dalle cariche societarie per il presidente Massimo Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi. Questo sulla scorta degli atti dell’inchiesta penale milanese sui dossier illeciti in cui Vieri figura parte lesa per una presunta attività di spionaggio ai suoi danni.

Oggi è proprio una bella giornata