Alessandro Faiolhe Amantino, meglio conosciuto come Mancini è un nuovo giocatore del Milan. Arriva in prestitocon diritto di riscatto dai cugini, il che significa che per le sue prestazioni da qui a giugno il Milan non sborserà un euro. E questo è sicuramente il lato più positivo di questa operazione. Parliamoci chiaro, il brasiliano è un buon giocatore, non un fenomeno, ma di questi tempi non credo sia il caso di fare gli schizzinosi quando arriva un nuovo acquisto specie se a costo zero. Volevamo un esterno, un sostituto di Pato e Ronaldinho, è arrivato. Non cambierà la nostra stagione, non rimarrà nella storia, però sono convinto che possa darci una mano importante. Soprattutto in questo periodo in cui Pato starà ancora fuori, lì a destra avrà le sue chances, consentendo anche a Leonardo un maggior turn-over tra Seedorf, Pirlo e Beckham.
Ma conosciamolo meglio. Amantino è prossimo ai 30 anni, è arrivato in Italia nel 2002 e ha esordito in A nel 2003 con la Roma di Capello. Ed è alla Roma che ha legato le sue fortune, imponendosi agli occhi della critica per uno splendido gol di tacco nel derby con la Lazio. Negli anni diventa un punto fisso della Roma di Spalletti, ma il suo rendimento non è mai costante. Tantissimi gli alti e i bassi che lo portano anche ad un rapporto conflittuale con la tifoseria e con capitan Totti, poca continuità di rendimento. Alla fine della sua esperienza totalizzerà 220 presenze e 59 gol, alcuni dei quali di rara bellezza come quello negli ottavi di Champions League a Lione. Coi giallorossi porta a casa due Coppe Italia e una Supercoppa.
Passa all’inter nell’estate del 2008, ma non lascia mai il segno. Paga la rinuncia dello Specialone al 4-3-3 e da lì vede il campo col contagocce. Una brutta parentesi, insomma.
Esterno alto, veloce, rapido, tecnicamente molto valido, Mansini può essere un jolly importante in questi 5 mesi in cui giocherà solo in campionato avendo già giocato in Europa con l’Inter. Fondamentale sarà ritrovare le motivazioni e accettare un ruolo di secondo piano rispetto a Dinho e Pato, ma a questo ci penserà il connazionale Leonardo.
In sintesi: un acquisto non esaltante, ma nemmeno così pessimo. Certo, se fossimo liberti di Jankulovski… Certo, elemosinare un panchinaro ai cuginastri…
P.S: non c’è ancora l’ufficialità, visti i trascorsi mi sembra una puntualizzazione d’obbligo.